Il rapporto Osservasalute 2015 ha riservato alcune sorprese, alcune non positive per il nostro Paese. Oltre ad un lieve abbassamento dell’aspettativa di vita, che passa dall’ 80,3 per gli uomini e 85 per le donne del 2014 al 80,1 anni per gli uomini e di 84,7 per le donne, l’Italia destina alla prevenzione il 4,1 […]
Il rapporto Osservasalute 2015 ha riservato alcune sorprese, alcune non positive per il nostro Paese. Oltre ad un lieve abbassamento dell’aspettativa di vita, che passa dall’ 80,3 per gli uomini e 85 per le donne del 2014 al 80,1 anni per gli uomini e di 84,7 per le donne, l’Italia destina alla prevenzione il 4,1 per cento della spesa sanitaria totale, collocandosi tra gli ultimi posti d’Europa. “Siamo la Cenerentola del mondo – ammette Walter Ricciardi, direttore di Osservasalute nonché presidente dell’Istituto superiore di sanità – l’ultimo paese a investire in prevenzione, a cominciare dalle vaccinazioni”. Capitolo spesa sanitaria pubblica pro capite: stabile ma molto più bassa che in altri paesi. Nel 2014 l’Italia ha speso 1817 euro a testa, in linea con l’anno prima. Un valore che colloca l’Italia tra i Paesi che spendono meno: il Canada ha infatti speso il 100 per cento in più, la Germania il 68 e la Finlandia il 35. Altro punto critico sono le coperture vaccinali: in particolare l’antinfluenzale per gli over 65, scesa dal 2003 al 2015 dal 63,4 al 49 per cento. Infine un dato importantissimo, sottolineato dal ministro alla salute italiano Beatrice Lorenzin: «L’Italia è il quinto Paese al mondo per pubblicazioni scientifiche ed è al 12/o posto per investimenti nella ricerca biomedica, ma nonostante tanta produzione, sono ancora poche le ricerche che si sviluppano poi in opportunità concrete come start-up o brevetti».