«Com’è giusto pagare le tasse, così è giusto che lo Stato rispetti i diritti» la voce dei medici rimborsati dopo anni di formazione specialistica non riconosciuta economicamente
«Questa vittoria la dedico a mio padre che ha coperto economicamente il periodo della formazione specialistica e, anche se oggi non c’è più, so che se potesse vedermi sarebbe molto felice». Si commuove Marzia Caproni, specialista in dermatologia e venereologia, mentre riceve l’assegno di rimborso firmato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il riconoscimento degli anni di specializzazione non pagati all’epoca della formazione. La Dottoressa Caproni è una dei tantissimi medici specializzati tra il 1978 e il 2006 che, durante la formazione universitaria, non ottennero il corretto trattamento economico e che, grazie alle azioni collettive portate avanti da Consulcesi, network legale leader in ambito sanitario, hanno visto il riconoscimento del loro diritto.
Proprio in questi giorni oltre 470 medici provenienti da tutta Italia, con una netta prevalenza degli specialisti fiorentini e delle altre province toscane, hanno ricevuto a Firenze gli assegni di rimborso per un ammontare complessivo di oltre 15 milioni di euro. «La battaglia è ancora in corso ed è lunga – commenta Marco Tortorella, avvocato specialista nel contenzioso tra lo Stato e gli ex specializzandi -. Abbiamo potuto dare anche un nuovo vigore a queste cause grazie ad un parere pro veritate che affronta alcune questioni molto importanti come il tema della prescrizione e il tema della liquidazione del danno. Speriamo che l’evoluzione giurisprudenziale non finisca qui e che prosegua il suo sviluppo per riconoscere i diritti ai medici e l’adeguata remunerazione a chi non l’ha ottenuta a suo tempo».
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«Il diritto è diritto ed è giusto pretendere che sia rispettato» commenta ai nostri microfoni Francesco Di Costanzo, Direttore del reparto di Oncologia medica del Careggi di Firenze, anche lui rimborsato per gli anni di specializzazione non riconosciuti. «Si deve creare una mentalità dal punto di vista sociale del cittadino che quello che è dovuto lo Stato lo deve restituire – aggiunge -. D’altro canto il cittadino le tasse le deve pagare ed è giusto che lo faccia, così lo Stato non può negare diritti sacrosanti. Credo che si tratti di una manifestazione di civiltà».
«Indubbiamente rispetto al passato – conclude l’Avvocato Tortorella -, le cause si sono velocizzate trattandosi di cause con prove documentali che non richiedono tanta attività da fare. Auspico che si continui ad arrivare a decisioni importanti in tempi più rapidi possibile».