L’ex premier a margine della presentazione del libro “Cripto-svelate”: «La Blockchain è ancora guardata con sospetto perché intacca certe posizioni di potere, ma finirà per imporsi». Vincenzo Scotti (Presidente Link Campus University): «Vogliamo formare giovani in modo che possano avere una visione sistemica del “cambiamento”»
Massimo D’Alema non ha certo bisogno di presentazioni: personalità di grande spessore intellettuale e acume politico, ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri e di Ministro degli Esteri del Governo Prodi. Ancora oggi è impegnato ad interpretare i fenomeni politici e attualmente è Presidente della Fondazione di cultura politica Italianieuropei. Trale sue varie interviste, analisi e ospitate, c’è spazio per partecipare alla presentazione del libro “Criptosvelate”. A margine dell’evento che si è svolto alla Link Campus University, affronta uno degli argomenti finanziari del momento: la Blockchain.
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«La Blockchain mi incuriosisce molto: è una tecnologia relativamente nuova che ha enormi potenzialità di applicazione. Sono stato da poco a Pechino, in Cina, ed ero tra le persone invitate a partecipare al congresso della Federazione della piccola e media impresa cinese, un evento immenso – confida a Sanità Informazione -. La sessione principale del congresso si chiamava Blockchain Forum ed ospitava esperti di tutto il mondo per discutere dell’applicazione di questa tecnologia. L’obiettivo è far compiere un salto di qualità al sistema della piccola e media industria in Cina».
Di Blockchain e Bitcoin invece, qui in Italia, si parla ancora poco: «Sono rimasto veramente colpito dal fatto che un grande Paese come la Cina, che ormai cresce con una rapidità vertiginosa, ha dedicato a questo tema il congresso delle piccole e medie imprese: è lì il futuro del mondo. In Italia, invece questo appare un argomento molto meno noto, di cui si parla meno» sostiene l’ex premier.
La Blockchain è alla base delle monete virtuali come i Bitcoin; anche su questo, Massimo D’Alema ha la sua opinione: «Il fatto che esistano delle monete digitali che non possono essere né rubate né contraffatte, che danno luogo a transazioni registrate e che non possono essere utilizzate in nero, ecco, tutto questo rappresenta un fattore di sicurezza. Ed è anche evidente che una moneta di questo genere presenta tali vantaggi che finirà per imporsi – dichiara convinto -. È ovvio che, oggi, rompe certi tabù e intacca certe posizioni di potere; per questo, i governi ed il sistema finanziario internazionale possono guardarla con sospetto, ma i vantaggi che presenta questa forma di pagamento sono talmente rilevanti che io penso che non potrà che imporsi».
I campi di applicazione per questa tecnologia sono infiniti: dal made in Italy alla sanità, passando per la pubblica amministrazione: «Si tratta di un sistema digitale sicuro e certificato che consente un tale risparmio di procedure, costi, registrazione. Da questo punto di vista, unisce i vantaggi della rapidità del digitale alla certezza della registrazione che ad oggi può dare solo la carta – specifica D’Alema -. Mettere insieme queste due cose in una sola tecnologia con costi contenuti è un vantaggio evidente» conclude.
La “catena dei blocchi” è una tecnologia, dunque, che può avere un impatto enorme in vari ambiti, soprattutto quello medico-sanitario e da cui non si torna indietro. Di questo, è sicuro il Professor Vincenzo Scotti, Presidente dell’Università Studi Link Campus University che, insieme a Consulcesi Tech, ha avviato il primo master “Economia delle Criptovalute e della Blockchain” proprio sul tema, per diffonderne la conoscenza.
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«Abbiamo sviluppato in questi anni passati attività di ricerca sul tema Blockchain con una visione integrata di tutti gli aspetti e tutte le conseguenze che comporta: nel campo dell’economia, della finanza e del diritto – afferma Scotti -. Da questa ricerca sono nati alcuni seminari internazionali in cui abbiamo affrontato la tecnologia Blockchain; ora, passiamo ad una fase pratica. Vogliamo formare giovani in modo che possano avere una visione sistemica del “cambiamento” non solo l’aspetto tecnologico, economico o giuridico. Il master si rivolge a laureati in diverse discipline – continua – perché sappiano dominare l’introduzione di questo cambiamento nella vita delle imprese e dello Stato» conclude.