Al dottor Gianluca Albanese, consigliere dimissionario al Consiglio Direttivo OMCeO provinciale di Catania, arriva la solidarietà dell’Associazione Italiana Medici (AIM). «Non entriamo nel merito delle vicende di un singolo Ordine – si legge nella nota – ma le motivazioni alla base delle dimissioni del collega Albanese travalicano la dimensione locale e impongono una seria riflessione, […]
Al dottor Gianluca Albanese, consigliere dimissionario al Consiglio Direttivo OMCeO provinciale di Catania, arriva la solidarietà dell’Associazione Italiana Medici (AIM). «Non entriamo nel merito delle vicende di un singolo Ordine – si legge nella nota – ma le motivazioni alla base delle dimissioni del collega Albanese travalicano la dimensione locale e impongono una seria riflessione, all’interno ed all’esterno della Professione medica, circa vision, mission e governance dell’Istituzione Ordinistica».
L’AIM rivolge un appello al Governo ed al Parlamento affinché si metta mano ad una vera riforma dell’Istituzione Ordinistica. «Occorre, altresì – continua la nota – definire in maniera chiara ed inequivocabile le responsabilità e gli ambiti operativi degli OMCeO, anche nell’ottica di una semplificazione complessiva del sistema e della necessità di provvedere alla validazione e rivalidazione delle competenze dei professionisti».
Per l’AIM «gli Ordini dei Medici Italiani (OMCeO) hanno dimostrato incapacità di autoriformarsi, subendo prima un tentativo di imposizione da parte della politica di una riforma delle leggi che disciplinavano gli OMCeO, salvo poi “scendere a patti” con la politica, col risultato dell’adozione di una riforma di stampo gattopardesco attraverso l’approvazione del Disegno di Legge Lorenzin».
Tra i punti critici sottolineati il mandato dei consigli direttivi OMCeO, poco prima rinnovati con il vecchio orizzonte temporale triennale, che è stato esteso a quattro anni e il rischio di una proliferazione di entità terze, quali fondazioni e consorzi esterni con finalità commerciali, gemmate dagli Ordini dei medici, a fronte della trasformazione degli OMCeO da enti ausiliari a sussidiari dello Stato. Per l’Associazione un altro fronte aperto è quello relativo alla governance della Fondazione ENPAM, ente previdenziale di riferimento per i medici e gli odontoiatri italiani.
«Rivolgiamo un appello al Governo ed al Parlamento – si legge – affinché si metta mano ad una vera riforma dell’Istituzione Ordinistica, anche guardando a modelli ed esperienze adottati delle altre nazioni, previo coinvolgimento di tutti i portatori di interesse e non solo degli “addetti ai lavori”, al fine di dare agli iscritti garanzie di trasparenza e di indipendenza degli Ordini da ogni interesse esterno alla Professione medica e, quindi, da possibili condizionamenti di carattere politico, economico e sindacale».