A tre mesi dall’introduzione della tassazione per le bevande zuccherate in UK il bilancio è positivo. Walter Ricciardi: «Provvedimento utile ma risorse da reinvestire per migliorare condizioni di vita»
Bibite gassate al bando. Le bevande con le bollicine, nella maggior parte dei casi, contengono moltissimi zuccheri dunque vengono regolarmente vietate nelle diete contro l’obesità ma soprattutto nel regime alimentare dei diabetici. Proprio per questo in molti paesi, compresa l’Italia, più volte è stata invocata la ‘sugar tax’ un provvedimento che, come per le sigarette, potrebbe essere un utile disincentivo a consumare questo genere di prodotti.
In Gran Bretagna la tassa sulle bevande zuccherate è in vigore da aprile scorso e da un primo bilancio il provvedimento sembrerebbe aver ottenuto i risultati sperati; sono diminuite la quantità di zuccheri nelle bibite proprio per rendere i prodotti più appetibili sul mercato migliorando di conseguenze l’impatto sulla salute pubblica.
«La tassazione sulle bibite gassate, come quella sul fumo e sull’alcol può aiutare nella lotta contro determinate patologie», osserva Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. «Tuttavia è bene sottolineare che questo genere di provvedimenti sebbene utili alla salute pubblica, non devono andare a inficiare lo stile di vita delle fasce di popolazione meno abbienti».
«Infatti – prosegue Ricciardi – quando viene alzata o introdotta la tassazione su prodotti destinati al consumo di massa, spesso a rimetterci sono le persone con situazioni economicamente critiche. Ne consegue che queste fasce di popolazione fanno quindi riferimento a prodotti meno costosi ricorrendo ad alternative anche peggiori e ancor più nocive per la salute».
«Penso che la tassazione sulle bevande zuccherate – conclude – sia un intervento importante che può ricavare risorse pubbliche che però devono essere poi reinvestite per cercare di migliorare le condizioni di vita dei cittadini meno benestanti».