Il primo firmatario del Ddl 2400 illustra i meccanismi della legge che rimborserà i medici: ecco le cifre forfettarie per chi avrà fatto ricorso. Intanto i Tribunali continuano a dare ragione ai medici: cifre record dalle sentenze
Il Ddl unificato che accorpa e supera le proposte di legge già in discussione sul problema degli ex specializzandi è finalmente arrivato in Parlamento.
Con l’Atto Senato numero 2400 per la prima volta vengono affrontate insieme le diverse posizioni di chi ha frequentato una scuola post-laurea tra il ’78 ed il ‘92, senza ricevere alcun compenso per il lavoro svolto, e chi lo ha fatto tra il ’93 ed il 2006, che ha invece ricevuto una borsa di studio incompleta. Un diritto leso che ha aperto un enorme contenzioso tra medici e Stato, che sempre più spesso si è ritrovato a dover pagare milioni e milioni di euro in risarcimenti ai camici bianchi che non avevano ricevuto la borsa di studio. È inoltre di questi giorni la notizia dell’ennesima sentenza che condanna lo Stato a pagare 13 milioni di euro ad oltre 400 medici ex specializzandi che avevano fatto ricorso con Consulcesi Group, realtà di tutela medica che, ad oggi, ha infranto il record di 450 milioni riconosciuti in favore degli ex specializzandi assistiti nelle aule dei tribunali. Ma tornando al Ddl, sono diverse le novità che caratterizzano la nuova proposta di legge. Ce le spiega il Senatore Piero Aiello (NCD), primo firmatario del documento.
Senatore Aiello, finalmente il Ddl relativo agli ex specializzandi è arrivato.
«Finalmente ci siamo. Oramai la necessità di confrontarci su un Disegno di legge esaustivo e completo era troppo forte. Avevamo bisogno di un testo che fosse una garanzia per i colleghi medici. Anzi, diciamo una garanzia doppia, sia per i camici bianchi che per il Governo: per quest’ultimo perché approvando la nostra proposta eviterebbe di continuare a perdere cause in continuazione e quindi di pagare rimborsi con interessi e rivalutazioni per centinaia di milioni di euro; per i colleghi perché finalmente si vedrebbero dare una risposta concreta ad un loro diritto, ovvero quello al risarcimento del danno subito per il non aver avuto la possibilità di ricevere una retribuzione idonea al lavoro svolto durante gli anni di scuola di specializzazione. La nostra proposta nasce soprattutto dall’esigenza di garantire ai colleghi la possibilità di fare una doppia scelta: o accettano, una volta vinto il ricorso, il risarcimento economico, come avvenuto finora, o decidono di sommare gli anni di specializzazione ai contributi figurativi per accelerare il prepensionamento. Perché abbiamo scelto questa strada? Perché, come tutti sanno, oramai c’è un’enorme esigenza di nuovo personale medico negli ospedali, ma il turnover è ancora bloccato. Noi non possiamo stare fermi a guardare e dobbiamo fare qualcosa. Anzi, stiamo immaginando ulteriori percorsi normativi per dare ai giovani medici, che purtroppo giovani non sono più, la possibilità di accedere al Servizio sanitario nazionale e quindi di offrire delle prestazioni che, ad oggi, non vengono garantite. Un po’ perché oramai c’è una grande necessità di medici negli ospedali, un po’ perché i professionisti che lavorano oggi nei nosocomi sono costretti a fare turnazioni inaccettabili proprio perché manca il personale».
Sono tante le novità in questo Ddl unificato che propone una soluzione per tutti coloro che si sono specializzati tra il ‘78 e il 2006. Tra queste, c’è anche un ritocco delle cifre relative all’accordo transattivo.
«Ci è sembrato opportuno tagliare leggermente le cifre che erano presenti nelle prime proposte normative depositate sul tema. Lo abbiamo fatto per dare, una volta in più, una mano al Governo. Perché se è vero quel che ha detto il nostro Premier, ovvero che il Governo è in difficoltà perché continua a pagare i rimborsi vinti dai medici, che rappresentano la principale fonte di spesa della Presidenza del Consiglio, è nostro dovere fare il possibile per rendergli meno gravosa questa preoccupazione. Per questo abbiamo proposto un Ddl esaustivo che possa finalmente porre una fine al contenzioso attraverso una transazione corretta e trasparente».
Anche perché il rischio di esborso totale da parte dello Stato, ovvero quanto si ritroverebbe a dover dare ai medici ricorrenti se tutti ottenessero, come stanno ottenendo, il rimborso previsto, è quantificato in circa 5 miliardi di euro. I numeri sono importanti: soltanto il gruppo Consulcesi, per citare qualche dato, è riuscito a recuperare oltre 400 milioni in favore dei medici ricorrenti. Insomma, è necessario chiudere la questione.
«Senza dubbio. In virtù di tutto ciò, sarebbe ora che ognuno, secondo le proprie responsabilità, cominci a darsi seriamente da fare per cercare di approvare questa proposta nel più breve tempo possibile».