Salute 17 Luglio 2018 09:35

Come funziona l’Ospedale di Comunità. Dal Veneto alla Toscana, ecco come le regioni si stanno preparando

L’O.d.C. avrà una funzione intermedia tra assistenza domiciliare e ricovero ospedaliero. L’assessore toscano Saccardi: «Consentirà di offrire una risposta più strutturata al paziente che non è ancora in grado di gestirsi in modo autonomo»

di Giovanni Cedrone e Viviana Franzellitti
Come funziona l’Ospedale di Comunità. Dal Veneto alla Toscana, ecco come le regioni si stanno preparando

È uno strumento previsto dal Piano nazionale della cronicità e ora la sua attuazione entra nel vivo. L’Ospedale di Comunità o, per esteso, il “Presidio sanitario di assistenza primaria a degenza breve” ha ora un regolamento ufficiale, elaborato dal Ministero della Salute, che sta per approdare alla Conferenza Stato-Regioni. Ma come funzionerà l’ospedale di Comunità? Avrà in realtà una funzione intermedia tra l’assistenza domiciliare e il ricovero ospedaliero ed è indirizzato a pazienti che necessitano di “interventi sanitari a bassa intensità clinica” potenzialmente erogabili a domicilio ma che vengono erogati in queste strutture in mancanza di idoneità del domicilio stesso. L’O.d.C. potrà essere pubblico o privato e non potrà avere più di 20 posti letto. La responsabilità clinica del paziente sarà in capo al medico di famiglia o a un medico operante stabilmente nella struttura, mentre la responsabilità organizzativa e gestionale di ogni singolo modulo tocca invece al coordinatore infermieristico. Per accedervi bisognerà avere una diagnosi e una prognosi già definita.

LEGGI ANCHE: IL 70% DEI MALATI CRONICI NON ADERISCE ALLA TERAPIA IN MANIERA COMPLETA. ARRIVA L’ALGORITMO PER CONIUGARE SOSTENIBILITA’ E SALUTE

Tra gli obiettivi del ricovero anche l’enpowerment dei pazienti e del caregiver attraverso l’addestramento alla migliore gestione possibile delle nuove condizioni cliniche.

«L’O.d.C. può sicuramente rispondere ai problemi della cronicità visto e considerato che abbiamo dovuto ridurre i posti letto ai sensi del decreto ministeriale 70 – spiega a Sanità Informazione Luca Coletto, Assessore alla Sanità della Regione Veneto e Presidente Agenas – Di conseguenza servono degli ambiti riabilitativi e a bassa intensità di cura che permettano al paziente di riabilitarsi senza necessità di tempi ristretti e che permettano di farlo nella vicinanza del domicilio». Il veneto sembra essere all’avanguardia sul tema: «Sono almeno tre anni che ci lavoriamo, abbiamo attivato quasi un migliaio di posti letto come ospedale di comunità o presidio riabilitativo. Vorremmo attivarne altrettanti in luoghi strategici sia come riabilitazione ma soprattutto come ambito di ricovero con bassa intensità di cura per i pazienti anziani scompensati», conclude Coletto.

Anche la Toscana, dove si sono registrate alcune esperienze pilota, sembra essere a buon punto. Lo conferma l’Assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi: «Noi abbiamo già delle esperienze di ospedale di comunità in Toscana. Possiamo chiamarli così oppure letti a bassa intensità assistenziale dove cioè il ruolo del medico di medicina generale è un ruolo importante perché prende in carico il paziente nella fase di uscita dall’ospedale, lo prende in carico però in un luogo in qualche modo protetto, che non ha i costi della cura ospedaliera ma che consente di offrire una risposta più strutturata al paziente che non è ancora in grado di gestirsi in modo autonomo presso il proprio domicilio sia per condizioni di carattere sanitario che di carattere sociale».

È al lavoro sulla sanità territoriale l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato: «L’attività in questo momento per noi intensa è relativa al potenziamento della sanità territoriale, le case della salute e l’assistenza domiciliare. Adesso vedremo anche come calare nella realtà del Lazio il modello che è in discussione anche in Conferenza Stato-regioni anche perché noi abbiamo alcune particolarità soprattutto nella dorsale appenninica di aree disagiate per quanto riguarda gli accessi che di recente sono stati purtroppo anche oggetto del sisma. Ci stiamo lavorando però per il momento siamo molto concentrati sul tema Case della salute e dell’assistenza domiciliare».

SEGUICI ANCHE SU FACEBOOK <— CLICCA QUI

 

Articoli correlati
In arrivo il nuovo Piano Nazionale Cronicità. Previsto maggior coinvolgimento dei pazienti e dei caregiver
Il documento redatto dal Ministero della Salute sbarca in Stato-Regioni. Nelle fasi e negli obiettivi che lo compongono, l'erogazione di interventi personalizzati attraverso il coinvolgimento di pazienti e caregiver nel piano di cura, un maggior ruolo delle associazioni di tutela delle persone con malattie croniche e delle loro famiglie, puntare molto sulla sanità d'iniziativa e l'empowerment
di G.R.
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Sanità italiana divisa a metà: 29 milioni di italiani in difficoltà con le cure
La sanità italiana sempre più divisa in due con ben 29 milioni di italiani che potrebbero avere serie difficoltà. Le performance sanitarie per il 2023 vedono infatti otto tra Regioni e Province autonome promosse, sette rimandate e sei bocciate. Sono i risultato del rapporto «Le performance regionali» del Crea Sanità, Centro per la ricerca economica applicata in sanità, presentato oggi a Roma
Obbligo mascherina in ospedale via tra due settimane? Scienziati divisi, nuovo studio inglese: «Benefici modesti»
In vista della scadenza dell'obbligo di indossare la mascherina negli ospedali e nelle strutture sanitarie italiane, fissata per il 30 aprile, la scienza ragiona su vantaggi e benefici. Dal Regno Unito arriva una nuova ricerca: «Nessuna differenza significativa» sui tassi di trasmissione di Covid-19 negli ospedali
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...
Sanità

I migliori ospedali d’Italia? Sul podio Careggi, l’Aou Marche e l’Humanitas di Rozzano

A fotografare le performance di 1.363 ospedali pubblici e privati nel 2023 è il Programma nazionale sititi di Agenas. Il nuovo report mostra un aumento dei  ricoveri programmati e diu...