La 22° Conferenza internazionale sull’Aids si terrà ad Amsterdam dal 23 al 27 luglio. Anche l’Osservatorio AiDS – Aids Diritti Salute parteciperà ai lavori insieme alle reti internazionali della società civile, agli attivisti e attiviste che animeranno il corteo del 23 luglio per le vie di Amsterdam, le istituzioni e le agenzie internazionali che operano sui temi della conferenza: dall’uso dei […]
La 22° Conferenza internazionale sull’Aids si terrà ad Amsterdam dal 23 al 27 luglio. Anche l’Osservatorio AiDS – Aids Diritti Salute parteciperà ai lavori insieme alle reti internazionali della società civile, agli attivisti e attiviste che animeranno il corteo del 23 luglio per le vie di Amsterdam, le istituzioni e le agenzie internazionali che operano sui temi della conferenza: dall’uso dei farmaci antiretrovirali nei paesi a reddito medio alto a come aumentare i test e i trattamenti nei paesi con meno risorse; dalle ricerche mediche alle sfide culturali su come rispondere allo stigma e discriminazioni che ancora subiscono le persone sieropositive; dalle risorse finanziarie in campo ai risultati raggiunti per arrivare all’Obiettivo 90-90-90 (90% delle infezioni da Hiv diagnosticate, 90% delle persone trovate Hiv-positive in trattamento, 90% di queste ultime con carica virale soppressa).
Alla vigilia della conferenza il Programma Congiunto dell’Onu sull’Hiv/Aids (Unaids) ha lanciato l’allarme: il ritmo dei progressi per sconfiggere l’epidemia sta rallentando e di questo passo non sarà possibile raggiungere gli obiettivi minimi fissati per il 2020: intere regioni sono in ritardo, gli enormi progressi compiuti per i bambini non sono durevoli, le donne continuano a essere colpite maggiormente rispetto agli uomini, le risorse non corrispondono agli impegni presi e le comunità di persone più vulnerabili continuano ad essere ignorate.
Bisogna “tornare in carreggiata” per sconfiggere l’Aids ma anche Tbc e malaria, come indica il titolo del rapporto del Gfan – Global Fund Advocates Network “Get Back on Track to End the Epidemics: si tratta di epidemie dinamiche, pronte a diffondersi di nuovo velocemente qualora l’impegno della comunità internazionale iniziasse a vacillare.
Stefania Burbo, focal point dell’Osservatorio AiDS aggiunge: “Questa è un’opportunità storica, il mondo rischia di perdere il controllo su tutte e tre le epidemie, se accadesse avremmo un costo altissimo in vite umane, con un complessivo rallentamento dello sviluppo economico e umano che minaccia la salute di tutte e tutte.