La Provincia di Bolzano è fanalino di coda nei dati delle coperture con l’85,8%. L’assessore: «Concordiamo con il Ministro, non diventi un caso mediatico»
Le valli dell’Alto Adige da sempre hanno mal digerito l’obbligo vaccinale. Tanto che nei mesi scorsi una raccolta di firme per la libertà di scelta ha raccolto oltre 15mila adesioni. Un orientamento che aveva spinto l’assessore alla Sanità della Provincia di Bolzano, Martha Stocker, a non apporre sanzioni alle famiglie inadempienti. I dati del resto parlano chiaro: se la copertura vaccinale a livello nazionale resta leggermente sotto la soglia, considerata ottimale, del 94,5% è colpa anche dell’Alto Adige che si ferma all’85,8%, maglia nera in Italia. «La storia delle vaccinazioni è stata una storia di successo – spiega l’assessore Martha Stocker a Sanità Informazione –. Noi però crediamo che sia necessario arrivare ad una scelta consapevole». Nella prima riunione del Ministro della Salute Giulia Grillo con i rappresentanti delle regioni il tema dei vaccini è stato uno di quelli dibattuti. Recentemente è emersa l’ipotesi che l’obbligo di vaccinazione diventi graduale e ‘a geografia variabile’: cioè nelle regioni dove la copertura è alta, l’obbligo potrebbe venire meno. Del resto, il superamento della Legge Lorenzin è stato confermato anche nell’audizione del Ministro davanti alle Commissioni Affari Sociali e Senato riunite.
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Assessore Stocker, primo incontro del Ministro della Salute Giulia Grillo con i rappresentanti regionali. Cosa avete chiesto al Ministro?
«Tantissime tematiche sono state portate sul piatto della discussione. Partendo dal problema della formazione dei medici specialisti. C’è la necessità di avere più medici specialisti dove tutti noi abbiamo delle carenze. Dall’altra parte le liste d’attesa che sono collegate con il primo tema. Quando non si hanno i medici specializzati in numero sufficiente allora logicamente nascono questi problemi. Si è parlato anche della farmaceutica che è senz’altro uno dei temi scottanti. Io ho fatto anche la domanda per quanto riguarda le vaccinazioni. Non posso dire che noi siamo i primi della classe in questo ambito, però ci interessa molto sapere se ci possiamo aspettare qualche cambiamento. La signora Ministro ha voluto sottolineare una cosa che a me è sembrata molto importante: non fare un hype mediatico di questa tematica e su questo credo abbia veramente ragione perché dobbiamo riconoscere che è una tematica molto seria. Ha sottolineato che nessuno mai ha detto di essere contro i vaccini ma che i vaccini sono utili e servono. Poi per quanto riguarda il percorso che dobbiamo tutti fare c’è qualche possibilità di incontro, c’è la disponibilità anche di trovare forse qualche soluzione, comunque spingere verso una scelta consapevole. L’obiettivo si può raggiungere con diversi metodi, in tutti i casi devo dire che noi non siamo molto bravi».
Come mai il tema delle vaccinazioni è così sentito nella Provincia di Bolzano?
«Noi vogliamo arrivare a una scelta consapevole. Lavoriamo per dare spiegazioni, per dare aiuto, per convincere, per far capire che non è una scelta solo per una persona ma anche per una comunità e soprattutto per persone che si trovano in una situazione difficile, che non possono essere vaccinati. Alla fine comunque sicuramente se un po’ si guarda alla storia si evince anche che è stato un grande successo quello delle vaccinazioni».