«I nuovi Lea, ad oltre un anno di distanza dalla loro approvazione, sono applicati in modo parziale e differenziato da Regione a Regione. La carenza più grossa da colmare è quella economica: mancano all’appello oltre un miliardo e mezzo». Le proposte di Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva
Broncopneumopatia cronico ostruttiva da moderata a molto grave, sindrome da talidomide, osteomielite cronica, patologie renali croniche, rene policistico autosomico dominante, endometriosi moderata e grave. Sono queste le sei nuove patologie inserite nell’elenco delle malattie croniche esenti. Solo alcune delle novità introdotte a seguito della revisione dei Lea, approvati all’inizio dello scorso anno.
Un aggiornamento che per Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva rappresenta «una grande innovazione dal punto di vista dei diritti dei pazienti», se solo fosse stata attuata. «L’approvazione – ha infatti aggiunto Aceti – è molto parziale e differenziata da Regione a Regione. Non sono state attuate quelle novità che avrebbero permesso ai malati cronici di accedere ad un’assistenza al passo con i tempi e con la scienza».
Grazie ai nuovi Lea i cittadini avrebbero dovuto usufruire, in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, di prestazioni di ultima generazione, sia per la specialistica ambulatoriale, che nell’ambito dei dispositivi medici. Il condizionale è d’obbligo, almeno per ora: «Queste prestazioni all’avanguardia – ha spiegato Aceti – non sono esigibili perché mancano i decreti di definizione delle nuove tariffe».
Ritardi dovuti, in gran parte, ad un’altra grossa carenza da colmare, quella economica: «L’intesa tra lo Stato e le Regioni per i nuovi Lea prevedeva, nel 2018, un finanziamento per il Ssn di 115 miliardi di euro. Ad oggi – ha sottolineato Aceti – dopo manovre, legge di bilancio e intese Stato-Regioni, contiamo effettivamente su 113 miliardi e 400 milioni di euro. Mancano all’appello oltre un miliardo e mezzo. E questo fa la differenza. Soprattutto se consideriamo che il nuovo Def (documento di programmazione economica e finanziaria) non dà prospettive incoraggianti dal punto di vista degli investimenti previsti per il Servizio Sanitario Pubblico».
Per il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva «solo la partecipazione attiva di cittadini e pazienti può sbloccare questa situazione di stallo. Mi riferisco, in particolare – ha aggiunto Aceti – alla Commissione Nazionale Lea incaricata di aggiornarli e sovraintendere sulla loro applicazione: ci sono tutti, tranne che cittadini e pazienti, proprio coloro che hanno come unico interesse la tutela del diritto alla salute delle persone».
Ma di nodi da sciogliere ce ne sono anche altri: «I Lea non basta scriverli – ha commentato Aceti – è necessario erogarli allo stesso modo su tutti i territori regionali». Come? «Attraverso il monitoraggio – ha suggerito il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva -. È stata già preparata una bozza di decreto sul nuovo sistema di garanzia dei Lea, che dovrebbe essere approvato nei prossimi mesi. Il monitoraggio, la verifica e l’intervento sulle regioni inadempienti è il fulcro di tutto, per garantire – ha concluso Aceti – pari opportunità di cura e uguali chance terapeutiche a tutti i cittadini, dal nord al sud dell’Italia».
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