Il segretario generale del sindacato: «Gli aggiornamenti della specialistica ambulatoriale contenuti nei Lea, ad oltre un anno dalla loro approvazione, non sono stati applicati. I cittadini che vogliono usufruire di prestazioni di ultima generazione sono costretti a pagarle»
Una sanità a due velocità: da un lato c’è la lenta burocrazia, dall’altro la scienza con i suoi passi da gigante. Accade in Italia dove il Sistema Sanitario Nazionale è spesso “rallentato” da leggi che, pur essendo approvate, non trovano un’immediata applicazione.
Una situazione che emerge a chiare lettere dalle parole di Antonio Magi, segretario generale del Sumai Assoprof – il Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria – che ai microfoni di Sanità Informazione spiega perché i nuovi Lea, ad oltre un anno di distanza dall’approvazione, non sono stati applicati e, soprattutto, chi ne paga le conseguenze.
Partiamo proprio dagli effetti innescati da questa “doppia velocità”. Antonio Magi fa un esempio concreto, citando una patologia conosciuta e diffusa, soprattutto nella terza età: «Pensiamo alla cataratta – ha detto il segretario generale del Sumai Assoprof – che fino a qualche tempo fa, per essere curata, necessitava di alcuni giorni di ricovero dopo l’intervento. Adesso, grazie alle nuove tecniche che abbiamo a disposizione, tutto può essere risolto con un un’attività ambulatoriale, che come tale non necessita di alcuna degenza ospedaliera. Una prassi di intervento veloce che di fatto non può essere messa in pratica perché non prevista nei Lea».
«Con la loro attuazione – ha continuato Antonio Magi – ci sarebbe, infatti, un aggiornamento che permetterebbe di offrire prestazioni di ultima generazione anche con il Ssn. Al contrario, continuano a figurare nei Lea prestazioni talmente obsolete che, per quanto gratuite, nessuno utilizza più».
Lo scopo principale del nuovo nomenclatore della specialistica ambulatoriale è stato, infatti, quello di aggiornare il vecchio nomenclatore disciplinato dal decreto ministeriale 22 luglio 1996, includendo prestazioni tecnologicamente avanzate ed eliminando quelle ormai obsolete. Questo aggiornamento ha permesso di individuare prestazioni di procreazione medicalmente assistita, di rivedere l’elenco dedicato alla genetica e dare spazio a prestazioni di elevatissimo contenuto tecnologico (come l’adroterapia) o di tecnologia recente (come enteroscopia con microcamera ingeribile e radioterapia stereotassica).