Il Ministro interviene all’evento Consulcesi: «Bisogna intervenire ammodernando i corsi ECM» e «informare i cittadini su livello qualità di medici e strutture come abbiamo fatto con la trasparenza del Programma Nazionale Esiti»
Trasparenza e innovazione. E’ su questi punti che si deve lavorare per migliorare la Formazione Continua in Medicina. A dirlo è il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che ha partecipato alla tavola rotonda al Ministero della Salute sul tema formazione, in cui è stato diffuso un dato preoccupante: circa la metà dei camici bianchi è in ritardo con l’obbligo ECM. Servono dunque soluzioni per migliorare il sistema e incentivare i medici a formarsi.
«Credo – è l’opinione del Ministro – che dobbiamo lavorare per rafforzare, dal punto di vista tecnologico, gli aspetti che riguardano il settore. Laddove ci sono delle carenze nel sistema e sono segnalate delle disfunzioni del percorso di formazione, bisogna intervenire e rafforzare le metodologie che vengono adottate e quindi ammodernare anche i corsi ECM. Si tratta – spiega Lorenzin – di un percorso che abbiamo inaugurato due anni fa. Spesso accadeva che il Ministero, con le nuove linee guida, andava verso una determinata direzione, nel tentativo di stare al passo con l’innovazione scientifica e tecnologica. Dall’altra parte, però, si proseguiva con dei modelli formativi ancorati a standard troppo tradizionali. Per questo motivo inviterei gli Ordini alle proprie attività di vigilanza e suggerirei di potenziare le forme di innovazione tecnologica per dare la possibilità ai medici, e non solo, di potersi formare in tempo reale anche rispetto alle innovazioni e alle ultime scoperte e metodologie di lavoro, quindi con la capacità di esportare la best practice». Secondo il ministro oggi è insomma «impossibile e inimmaginabile poter fare qualsiasi tipo di attività sanitaria senza una formazione costante. Lo è per l’alta specialità e lo è anche per la medicina generale. Non possiamo però permettere che ci sia qualcuno che pensi di non poter usufruire degli strumenti di formazione. È dunque un nostro compito potenziare l’offerta di questi strumenti di formazione, renderli più forti, più competitivi e più attrattivi, e quindi meno burocratici».
Per quanto riguarda invece un altro punto fondamentale sottolineato dal ministro Lorenzin, ovvero la trasparenza, questa rappresenta «un elemento di chiarezza sugli esiti, sulla quantità e sulla qualità delle erogazioni, tant’è vero che le norme che ho messo in campo negli ultimi due anni vanno tutte in questo senso». Si tratta, secondo Lorenzin , di un dato «importante, perché gli elementi di valutazione di una struttura ospedaliera o sanitaria non possono essere solo quelli quantitativi, cioè relativi ai costi, ma anche qualitativi, ovvero che riguardano il livello di aderenza ai livelli essenziali di assistenza e al Piano nazionale esiti. Anzi, il lavoro che stiamo facendo e che io ho chiesto esplicitamente all’Agenas è quello di aumentare il plafond degli esiti. Guardate – spiega il ministro alla platea – che gli esiti sono stati comunque un cambio di mentalità per molti: sapere che in un ospedale o una struttura il collo del femore viene trattato entro 12 o 48 ore oppure dopo 3 giorni fa la differenza. Fa la differenza per il cittadino perché sa che, in molti casi, è una differenza tra vivere e morire, ma fa differenza anche per la struttura che ha scritto, nero su bianco, online e in modo chiaro, se raggiunge i parametri di efficienza o meno. E questa, secondo me, è la migliore trasparenza possibile. Noi stiamo andando al di là delle norme verso una società sempre più digitalizzata – conclude Lorenzin – e quindi è sempre più facile che chi approda in uno studio voglia non solo vedere plasticamente sulla carta appesa al muro le qualifiche, ma anche ricercare il nome online».