L’epidemia scoppiata in diverse Regioni del Nord preoccupa la popolazione, ma i vertici veneti tranquillizzano: «Nell’80% dei casi il virus è asintomatico, nel 20% provoca una febbricola e solo nello 0,1% evolve nella più pericolosa forma neuroinvasiva che, in persone con patologie pregresse e basse difese immunitarie, può portare al decesso»
Il virus West Nile continua a far paura. Sono diversi i casi di contagio in molte Regioni del Nord Italia mentre in Veneto si registra la morte di quattro persone, tutte in età avanzata e già affette da gravi patologie, colpite dalla zanzara Culex.
L’Assessore alla sanità Luca Coletto si scaglia però contro le notizie allarmistiche sulla questione e, in particolare, contro gli articoli pubblicati da alcune testate austriache secondo cui le spiagge venete non sarebbero sicure; notizie bollate dall’Assessore come «grossolane falsità». Si tratterebbe, a detta di Coletto, di «un allarme destituito di ogni fondamento, dettato da ignoranza, sensazionalismo o, peggio ancora, da premeditazione a sfondo commerciale. La realtà è ben altra – prosegue l’Assessore -: il contagio è limitato ad alcune decine di casi su milioni e milioni di persone presenti in Veneto e nessuno di questi è riconducibile con certezza a un periodo di presenza sulle spiagge. La scienza spiega che nell’80% dei casi il virus è asintomatico, nel 20% provoca una febbricola e che solo nello 0,1% evolve nella più pericolosa forma neuroinvasiva che, in persone con patologie pregresse e basse difese immunitarie, può portare al decesso».
Ma come riconoscere la febbre West Nile? Come spiega il portale “Epicentro” dell’Istituto Superiore di Sanità, la maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Sintomi che possono durare pochi giorni o, in rari casi, qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.
I sintomi più gravi, spiega l’ISS, si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
Importante ricordare che la febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Per proteggersi dalle zanzare che potrebbero provocare la malattia è consigliabile usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; installare delle zanzariere alle finestre, svuotare di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante e cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali.
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