Lavoro e Professioni 30 Agosto 2018 17:19

Carenza medici, le proposte dei sindacati: tutti d’accordo su aumento borse ma distanze su apertura concorsi a specializzandi

L’Anaao Assomed propone teaching hospital e richiede nuova programmazione del fabbisogno. Fp Cgil medici, Cisl medici e Uil Fpl medici: «Necessario drastico cambio di rotta». CIMO: «Rivedere il sistema attraverso una programmazione seria del fabbisogno del personale e dei meccanismi di accesso alla professione medica»

Carenza medici, le proposte dei sindacati: tutti d’accordo su aumento borse ma distanze su apertura concorsi a specializzandi

Al ministero della Salute si torna a parlare della carenza di specialisti nel SSN. Le organizzazioni sindacali della dirigenza sono state ricevute oggi in audizioni separate e hanno presentato le loro proposte per affrontare il problema.

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Le principali richieste presentate dall’Anaao Assomed partono dall’aumento di posti nelle scuole di specialità di almeno 2000 unità, passando dalla possibilità di assunzione dei medici in formazione nell’ultimo anno di scuola con contratto a tempo determinato da trasformare in tempo indeterminato al momento dell’acquisizione del titolo, con funzioni adeguate al livello di competenze e autonomie raggiunte e tutoraggio garantito dal direttore della struttura di destinazione per il completamento del percorso formativo. E ancora attivazione del teaching hospital, nuova programmazione del fabbisogno di medici correlata non solo agli aspetti quantitativi ma anche qualitativi, suddivisa per specialità e per Regioni.

Unitaria la proposta di Fp Cgil medici, Cisl medici e Uil Fpl medici, che si inserisce «in una cornice di riferimento – spiegano in una nota – che contiene alcuni presupposti fondamentali: la definizione degli standard di fabbisogno di personale specifici per ciascuna specializzazione; l’accesso al SSN consentito solo al conseguimento di una specializzazione o di corsi di formazione di medicina generale; la trasformazione dei corsi di formazione in medicina generale in scuole di specializzazione; l’adeguamento del numero dei contratti di formazione specialistica corrispondenti alle reali esigenze registrate su tutto il territorio nazionale (9mila per quelle di formazione specialistica, 3mila per quelle di formazione di medicina generale); il rinnovamento dei percorsi formativi delle scuole di specializzazione che devono inserirsi nelle realtà territoriali ed ospedaliere dei Servizi Sanitari Regionali».

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Diversi i punti in cui si articola il piano strategico proposto dai confederati: «Il superamento del vincolo dell’1,4% per la spesa del personale imposto alle regioni dal patto della salute del 2001, ed avvio di un piano straordinario di assunzioni di personale a tempo indeterminato in parallelo al completamento dei percorsi di stabilizzazione dei Dirigenti precari; l’utilizzo, in via esclusivamente transitoria ed in assenza di graduatorie utili e vigenti, delle graduatorie della specialistica ambulatoriali per assunzioni di personale dipendente a tempo indeterminato nella cornice contrattuale del CCNL della Dirigenza Medica e Sanitaria; l’utilizzo a livello nazionale di tutte le graduatorie aziendali utili e vigenti per mezzo di una banca dati centralizzata e costantemente aggiornata presso il Ministero della Salute; la revisione del riconoscimento delle equipollenze specialistiche al fine di garantire risposte ai servizi sanitari con più evidente sofferenza di personale».

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La CIMO, dal canto suo, ritiene necessario rivedere il sistema attraverso una programmazione seria del fabbisogno del personale e dei meccanismi di accesso alla professione medica. Ritiene che occorra «attivare procedure concorsuali di assunzione alle quali possano prendere parte anche medici specializzandi iscritti all’ultimo anno del relativo corso di specialità; stabilizzazione dei medici del 118 convenzionati a tempo indeterminato con anzianità di 5 anni; recupero delle borse di studio che si rendono “vacanti” nel caso di assunzione del personale di cui sopra; ampliamento del numero di borse di studio con partecipazione delle Regioni, Fondazioni ed Enti Privati; istituzione Osservatorio regionale con le OO.SS. di monitoraggio sul reale fabbisogno di personale».

LEGGI QUI LA PROPOSTA CIMO

«Con la nostra proposta articolata – commenta Guido Quici, Presidente Nazionale CIMO – confermiamo al Ministero la piena collaborazione di fronte all’urgente questione della carenza di personale medico che finalmente viene affrontata in sede politica. Dopo anni di denunce del sindacato sulle storture del sistema di formazione e selezione del personale sanitario – prosegue Quici -, i nodi sono venuti al pettine: da una parte le Università hanno monopolizzato la formazione in base alle proprie esigenze anziché ai reali bisogni formativi del sistema, dall’altra le Regioni hanno approfittato dei blocchi alle assunzioni per fare risparmi nei propri bilanci».

 

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