Audizione a Montecitorio dei principali esponenti del mondo medico e della scuola. Garattini: «Cambiare sarebbe grave errore». Anelli (FNOMCeO): «Potrebbe sembrare atteggiamento antiscientifico». I presidi: «Rischio insicurezza per la salute negli istituti»
«Un grave errore», «un atteggiamento antiscientifico», «troppo spazio ai no-vax». È una presa di posizione quasi unanime quella dei rappresentanti del mondo medico e della scuola che oggi ha parlato in audizione nella Sala Mappamondo della Camera dei deputati davanti alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio. Un’audizione convocata per avere dei pareri tecnici sul Decreto Milleproroghe, approvato al Senato, in particolare l’articolo 6 che fa slittare al 2019-2020 l’obbligo di certificazione vaccinale per l’accesso a nidi e materne.
Tra i contrari Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, secondo cui «cambiare la legge sull’obbligo vaccinale sarebbe un grave errore, cambierebbe un orientamento che ormai era largamente accettato perché la maggior parte della gente aveva capito il senso dell’obbligo. Non vaccinare creerebbe problemi. Quanto all’obbligatorietà flessibile basta conoscere un minimo l’italiano per sapere che è impossibile combinare le due cose».
Ancora più netto Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale medici chirurghi e odontoiatri, che ha sottolineato: «I medici considerano non giustificabile il rinvio dell’obbligo di presentare la certificazione della vaccinazione per l’iscrizione all’anno scolastico 2018-2019». Per Anelli «l’eliminazione dell’obbligo potrebbe essere interpretata come un atteggiamento antiscientifico». Il presidente FNOMCeO ha presentato in commissione il documento approvato dalla Federazione nel 2016 con cui si auspicava l’obbligo vaccinale. «Questo documento – ha spiegato – mantiene tutta la sua validità e la sua attualità e rappresenta una visione lungimirante, da parte dei Presidenti degli Ordini dei Medici, sul tema della prevenzione attraverso l’uso dei vaccini. Lo proponiamo nuovamente, integrandolo con alcune osservazioni relative all’attuale contesto». L’allarme dei camici bianchi si è focalizzato soprattutto sul morbillo: 14.451 i casi segnalati in Europa nel 2017, che hanno causato 30 decessi. Erano stati 4.643 nel 2016.
Si è accalorato Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, parlando della sua esperienza da medico: «Vedo morire bambini di morbillo ed è inaccettabile e indegno, avendo gli strumenti per combatterli. L’ultimo caso è quello di una bambina di 14 mesi non vaccinata, che ha rischiato di morire per l’infezione di l’Haemophilus influenzae di tipo B che in Italia era quasi dimenticato e il vaccino è compreso nell’esavalente. Oggi non abbiamo nessuno strumento per far sì che questa bambina venga immunizzata, pur avendo parlato con la famiglia».
Contrario alla sospensione dell’obbligo vaccinale anche Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Iss, che ha fatto un’analisi a tutto campo: «I no-vax, secondo nostre indagini, rappresentano lo 0,7% della popolazione, eppure sono fasce che risultano particolarmente rumorose, specie sui media». Poi spiega: «In Italia c’è una fase contingente» composta da bassa cultura scientifica e grande risalto sui media, molto più ampio rispetto a quella che è la consistenza numerica di questi gruppi; inoltre registriamo molte critiche alla classe medica a causa di informazioni discordanti date ai genitori, da li’ nascono paura e diffidenza nei confronti dell’atto vaccinale».
Davanti ai deputati ha parlato anche Silvestro Scotti, Segretario nazionale della Federazione nazionale dei medici di medicina generale, che ha chiesto che i medici di famiglia possano vaccinare nei loro studi i pazienti: «Se come medici di famiglia facciamo un’azione di educazione sanitaria, anche sul vaccino, e la facciamo nei nostri studi ma a latere non abbiamo la possibilità di erogare le vaccinazioni, quel paziente quando appena esce trova altre ‘fonti’, dal web ai conoscenti, così il lavoro del medico viene meno. Non ci stiamo a questo cortocircuito, sarebbe opportuno permetterci di vaccinare i nostri pazienti».
Infine il mondo della scuola, rappresentato Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP), che ha escluso la possibilità di creare classi particolari per gli immunodepressi in modo da aggirare l’obbligo della copertura vaccinale per l’iscrizione a scuola. «È un tipo di segregazione che il nostro ordinamento ripugna, almeno dal periodo post bellico. Anche dal punto di vista organizzativo non sarebbe possibile, la scuola non è un reparto epidemiologico». Giannelli ha chiesto che la norma venga ritirata: «Se passa, abbiamo per questo anno scolastico un rischio di insicurezza per la salute».