Tra i comuni più colpiti Montichiari, Calvisano e Carpenedolo. L’assessore alla Sanità Gallera: «Fino ad ora 52 campionamenti, stiamo lavorando per capire origine»
Una strana epidemia di polmonite a cui per ora nessuno riesce a dare una spiegazione. È quanto sta avvenendo nella Bassa Bresciana Orientale, dove sono oltre 150 gli accessi ai Pronto soccorso per polmonite contratta da un batterio sulla cui natura è ancora in corso l’analisi dei medici di Ats. Montichiari (26 casi), Calvisano (20), Carpenedolo (34), Remedello (11) e Acquafredda (9) i comuni maggiormente colpiti. Sono invece 16 i casi riscontrati fuori dalla provincia bresciana: sette ad Asola, 3 a Castiglione Delle Stiviere, uno a Canneto, Casalmoro, Guidizzolo, Porto Mantovano; Drizzona, Casalmaggiore e a Ostiano. «Un filo rosso unisce i cinque comuni bresciani: la presenza del fiume Chiese», dicono i sindaci del territorio ipotizzando che il picco di polmonite sia dovuto ad un batterio presente nell’acqua. I casi riportano alla mente l’emergenza legionella scoppiata a luglio a Bresso, comune dell’hinterland milanese, con 52 casi e quattro morti.
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Nel bresciano ci sono state due morti sospette, ma secondo quanto riferito dall’Assessore al Welfare e Sanità della Regione Lombardia Giulio Gallera «non sarebbero collegate ai casi di polmonite». Gli esami medici hanno invece dimostrato la presenza di legionella in due dei 138 pazienti che si sono presentati in Pronto soccorso. Le loro condizioni sarebbero serie, ma stabili. Fino ad ora sono stati eseguiti complessivamente 52 campionamenti di cui 24 sulla rete idrica tra fontanelle pubbliche, serbatoi di acqua e casette dell’acqua e 28 in abitazioni private. «Stiamo lavorando però a 360 gradi e non solo sulle acque per individuare la natura della polmonite che sta interessando centinaia di persone», ha aggiunto Gallera.
L’Agenzia di tutela della salute (Ats) di Brescia ha diffuso le indicazioni con le buone norme di comportamento. Si invita a provvedere: alla manutenzione dei punti di emissione dell’acqua del rubinetto nelle abitazioni attraverso la sostituzione dei filtri o lasciandoli a bagno con anticalcare; a lasciar scorrere l’acqua calda e poi la fredda prima di utilizzarla, allontanandosi dal punto di emissione dopo l’apertura dei rubinetti e aprendo le finestre. È opportuno eseguire sempre questa operazione dopo periodi di assenza dall’abitazione (esempio periodo di ferie); a evitare a titolo precauzionale, all’esterno delle abitazioni: le fonti di emissione di acqua vaporizzata, ad esempio non stazionando nei pressi degli irrigatori automatici o delle fontane presso le abitazioni; a fare la doccia solo dopo aver fatto scorrere l’acqua calda e fredda ed essersi momentaneamente allontanati dal punto di emissione dell’acqua e avere aperte le finestre; a evitare l’utilizzo di vasche con idromassaggio. E ancora: ad evitare di irrigare i giardini utilizzando pompe con diffusori a spruzzo; ad evitare di lasciare esposte al sole le canne per irrigazione di orti e giardini; ad evitare l’impiego di acqua del rubinetto per riempire gli apparecchi per aerosolterapia o ossigenoterapia; a smontare, disincrostare e disinfettare i filtri dei rubinetti, i soffioni e i tubi flessibili delle docce. Se del caso provvedere alla loro sostituzione; a portare la temperatura dell’acqua calda a 70-80°C per tre giorni consecutivi assicurando il suo deflusso da tutti i punti di erogazione per almeno 30 minuti al giorno. Le persone affette da patologie croniche come diabete, malattie polmonari croniche, cardiopatie o altre patologie che deprimono il sistema immunitario come tumori, patologie infettive in corso devono prestare particolare attenzione ad alcuni sintomi: all’insorgere di difficoltà respiratorie e febbre è opportuno che si rivolgano al più presto al proprio medico curante.