Potrebbe sembrare un controsenso o una vera e propria utopia, ma non è fantasioso dover ancora parlare di resistenza agli antibiotici. Anzi quello che è diventato un vero e proprio fenomeno, rappresenta una delle questioni più importanti per la sanità a livello mondiale. È solo uno dei numerosi argomenti che verranno trattati nel corso di […]
Potrebbe sembrare un controsenso o una vera e propria utopia, ma non è fantasioso dover ancora parlare di resistenza agli antibiotici. Anzi quello che è diventato un vero e proprio fenomeno, rappresenta una delle questioni più importanti per la sanità a livello mondiale.
È solo uno dei numerosi argomenti che verranno trattati nel corso di un congresso che si svolgerà venerdì 14 settembre all’hotel Nettuno di Catania e che sarà dedicato ai ‘Progressi della terapia antiinfettiva’. Con il coordinamento scientifico del professor Bruno Cacopardo, direttore unità operativa Malattie Infettive Ospedale Garibaldi Catania, chirurghi, biologi e farmacisti ospedalieri si confronteranno sugli aspetti di gestione terapeutica delle infezioni complicate da ‘gram’ negativi multiresistenti in base agli aspetti microbiologici, ai protocolli di terapia empirica e all’utilizzo di nuovi farmaci.
“Una serie di eventi e di condizioni, in parte cliniche, cioè dovute al comportamento del medico, – spiega il professor Bruno Cacopardo – in parte microbiologiche hanno prodotto una consistete evoluzioni della resistenza dei principali microrganismi nei confronti dei più importanti e diffusi antibiotici di cui disponiamo. Un problema da correlare ad un cattivo e, a volte, ingiustificato uso di antibiotici in ospedale e fuori dall’ospedale”.
Durante il convegno oltre che all’identificazione dei microrganismi più resistenti e più impegnativi da trattare, si concentrerà su uno dei progressi principali delle antibiotico terapie, se è vero che dopo almeno 15 anni si assiste alla produzione di nuovi antibiotici proprio per fronteggiare la capacità di resistenza dei microrganismi.
Non mancherà durante i lavori uno spazio dedicato alle infezioni di ulcere croniche, alle infezioni urinarie e intraddominali, alla colite, ma anche alla Sepsi.
“Si tratta – spiega il professor Cacopardo – di una condizione intermedia: da un lato la presenza di batteri nel sangue di un paziente, ovvero di un’infezione che dopo essersi localizzata in un organo, tende a disseminare e quindi a passare nel circolo del sangue. Da un altro lato la risposta aberrante del sistema immunitario e dei meccanismi infiammatori che regolano le difese del nostro organismo”.
Spazio anche all’analisi dei progressi delle terapie nei casi di epatite: numeri ancora alti quelli delle morte per tali patologie, circa 20 mila all’anno.
“Numeri che diminuiranno presto – continua il professor Cacopardo – perché mai come nel settore dell’epatite virale assistiamo ad un fiorire di nuovi farmaci destinati o a smorzare e fermare la patologia, come nel caso dell’epatite B, o a deradicare la malattia come nel caso dell’epatite C”.
Non mancherà poi uno spazio dedicato alle conseguenze degli imponenti fenomeni migratorio degli ultimi anni che hanno messo a dura prova l’infettivologo, se è vero che molte di queste persone provengono da zone del mondo ad alto tasso di endemia, ovvero ad alta circolazione di malattie infettive.