«Patologie osteoarticolari, danni vista e udito, intossicazioni e stress da lavoro». È Giuseppe Lucibello, direttore generale INAIL, a descrivere le principali malattie professionali. Tra il 2017 e il 2018 cresciute del 3,5%: «Per un effetto dell’allungamento della vita lavorativa – ha aggiunto Lucibello – queste patologie cominciano ad abbracciare anche la forbice tra i 50 e i 65 anni. Necessario attivare misure di Active Aging»
«Le aggressioni ai danni di medici e personale sanitario saranno uno degli argomenti al centro del Piano di Ricerca 2019-2021 dell’INAIL». Lo ha annunciato ai microfoni di Sanità Informazione Giuseppe Lucibello, direttore generale dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro. «I numeri purtroppo – ha spiegato Lucibello – ci mostrano un fenomeno in aumento, sul quale è necessario intervenire».
Secondo i più recenti dati elaborati dallo stesso Istituto, infatti, ogni giorno, in media, tre medici sono vittime di violenza. Cifra che moltiplicata per un intero anno fa salire i casi di aggressioni a quota 1.200.
Numeri che, pur fotografando una situazione allarmante, potrebbero non essere una riproduzione fedele della realtà: si teme che gli episodi siano stati sottostimati. Per questo, il direttore generale dell’INAIL ha assicurato che «ci sarà la massima attenzione. L’Istituto, in collaborazione con il Sistema Sanitario Nazionale ed il Sistema Sanitario Regionale si impegnerà a monitorare, sostenere ed analizzare, nello specifico, tutti questi numeri. Una stima – ha spiegato Lucibello – che servirà anche a programmare gli interventi da mettere in atto».
Non si tratta solo di minacce verbali, ma anche di percosse, violenza fisica, fino alle aggressioni a mano armata. Ad avere la peggio, stando sempre agli ultimi dati elaborati dall’INAIL, sono le donne, vittime nel 68% dei casi. Più in generale, le aggressioni si verificano soprattutto tra le guardie mediche che, per le condizioni in cui si trovano ad operare, sono spesso più a rischio degli altri colleghi.
E mentre i dati sulle aggressioni ai danni di medici e personale sanitario rivelano un quadro sconfortante, i numeri degli infortuni sul luogo di lavoro sono in lieve miglioramento. Secondo i più recenti dati INAIL, che si riferiscono al primo semestre del 2018, gli infortuni totali denunciati sono 379.206, con un decremento dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si sono ridotti dello 0,7%, invece, gli infortuni mortali.
I dati INAIL sono stati elaborati e presentati, presso il Parlamentino del CNEL, dall’ANMIL Onlus, in occasione della pubblicazione della seconda edizione del “Rapporto sulla Salute e la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro”.
E mentre gli infortuni diminuiscono le patologie professionali aumentano: nel primo semestre del 2017 sono stati 36.224 i casi denunciati, cifra che nel 2018 è arrivata a quota 37.501, con un aumento del 3,5%.
«Le malattie osteoarticolari, i danni all’udito, al sistema oculare, le intossicazioni, lo stress lavoro-correlato, come conseguenza di una non corretta applicazione di quelle norme che tutelano la salute dei lavoratori – ha spiegato Giuseppe Lucibello – sono le patologie di cui ci si ammala di più sul luogo di lavoro. E per un effetto dell’allungamento della vita lavorativa – ha sottolineato il direttore generale dell’INAIL – la forbice sia degli infortunati, che dei tecnopatici, che degli affetti da malattie professionali, comincia ad allargarsi, abbracciando anche i lavoratori tra i 50 e i 65 anni. Dobbiamo, per questo, essere pronti ad attivare misure di active aging – ha sottolineato Lucibello – un invecchiamento attivo che tenga conto di una popolazione che ha bisogno di ausili e sostegni diversi rispetto ad una popolazione giovane».
L’INAIL ha analizzato anche la regolarità dei rapporti di lavoro in materia previdenziale e assicurativa: nel semestre gennaio-giugno 2018 sono stati effettuati 87.773 controlli. Nel 65% dei casi sono spuntate irregolarità in materia di rapporti di lavoro, nell’82% in materia di vigilanza tecnica (salute e sicurezza sul lavoro).
«Stiamo investendo sulle nuove tecnologie e sugli strumenti che rendono il lavoro più sicuro – ha detto Lucibello – La robotica, il digitale non tolgono solo lavoro, ma lo tutelano. L’INAIL ha messo a disposizione delle imprese circa un miliardo e 800 mila euro a fondo perduto, da investire nei settori più a rischio».
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E sugli interventi da mettere in campo per arginare il fenomeno delle aggressioni ai danni di medici e personale sanitario Giuseppe Lucibello ha assicurato che «le idee non mancano». Ma per rilevarne il contenuto preferisce attendere: «Aspettiamo – ha concluso il direttore generale dell’Inail – che prima vengano vagliate tutte le proposte dei partner di ricerca intenzionati ad aderire alle nostre iniziative».