Aumenta l’uso della medicina omeopatica da parte dei cittadini statunitensi. Lo rivela una recente indagine svolta ad Harvard e diffusa attraverso le pagine di “The American Journal of Public Health”. I dati dimostrano come si sia verificato un incremento di circa il 15% rispetto allo stesso tipo di indagine svolta nel 2002 e nel 2007. […]
Aumenta l’uso della medicina omeopatica da parte dei cittadini statunitensi. Lo rivela una recente indagine svolta ad Harvard e diffusa attraverso le pagine di “The American Journal of Public Health”. I dati dimostrano come si sia verificato un incremento di circa il 15% rispetto allo stesso tipo di indagine svolta nel 2002 e nel 2007. In quelle occasioni si scoprì che a ricorrere all’omeopatia era, rispettivamente, l’1,7% e l’1,8% dei cittadini statunitensi adulti. Attualmente, dunque, le persone che ricorrono all’omeopatia rappresentano il 2,1% della popolazione totale. L’indagine fa riferimento ai dati raccolti nel 2012 dal “National Health Interview Survey” relativi all’uso di medicinali omeopatici tra i cittadini adulti degli Stati Uniti in relazione ad altri interventi di Medicina Complementare Integrativa. Dall’analisi dei dati risulta che circa due terzi dei soggetti che dichiarano di ricorrere alla medicina omeopatica l’hanno poi classificata come una delle prime tre scelte terapeutiche, aggiungendo che il ricorso ad un operatore sanitario omeopata ha rappresentato un’importante opportunità per loro, in quanto questo tipo di medicina gli ha consentito di mantenere uno stato di salute e di benessere ottimale. I ricercatori evidenziano poi come la differenza nella percezione del beneficio tra chi si affida ad un medico omeopata rispetto a chi fa uso di medicinali omeopatici autoprescritti sia drammatica. Sono però necessari, spiegano ancora gli autori, nuovi studi e dati per capire il reale potenziale della medicina omeopatica e quali benefici può portare alla salute pubblica.