Il presidente della Società Italiana di Health Technology Assessment al personale sanitario: «È necessario che aumenti la percezione dell’importanza dell’Hta all’interno delle società scientifiche mediche. Senza i clinici, i tecnici, i medici, tutto il resto dell’impalcatura rischia di essere improduttivo»
«La rete italiana progettata, a livello istituzionale, per valutare l’Hta – l’Health Technology Assessment – è eccellente, un riferimento per tutta l’Europa». È questo per Pietro Derrico, presidente Sihta, la Società Italiana di Health Technology Assessment, il miglior risultato raggiunto nel settore dell’Hta, una metodologia per valutare le prestazioni sanitarie erogate o comunque disponibili, e pianificare e gestire in modo più funzionale l’assistenza ai cittadini.
«È il ministero della Salute a fare da cabina di regia – ha spiegato Derrcio – il tavolo dell’Innovazione contribuisce, poi, a fornire strumenti e proposte alla stessa cabina di regia, in sinergia con le due agenzie fondamentali, l’Agenas e l’Istituto Superiore di Sanità. Ai centri collaborativi, scelti tra ospedali di riferimento, è affidato invece il compito di fornire una valutazione specifica su questi elementi produttivi».
Il presidente Sihta fotografa la realtà dell’Hta in Italia in occasione dell’XI Congresso Nazionale Sihta, “L’Hta per la salute: prospettive in Italia ed Europa”, conclusosi nei giorni scorsi a Roma. Un momento di confronto e dibattito, nato con l’obiettivo di comprendere le sfide e le prospettive della sanità di domani, a partire dalla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale e dall’universalità dell’accesso alle cure.
«Quest’anno, durante i tre giorni di lavoro – ha commentato Derrico – abbiamo analizzato lo stato dell’arte dell’Hta nei vari Paesi europei, allo scopo di uniformare studi e valutazioni, a vantaggio oggettivo di tutti i cittadini».
E durante l’XI Congresso Sihta le posizioni a confronto sono state diverse: «Dalla filiera industriale – ha detto il presidente – alle associazioni di pazienti, tenendo presente anche le differenze dei Sistemi Sanitari dei vari Paesi europei. Il nostro obiettivo è trovare un filo conduttore che unisca le diverse realtà, per poter poi condividere un percorso comune tra tutti i Paesi d’Europa».
Tra le relazioni dei vari esperti non poteva mancare il riferimento al quarantenario del SSN italiano: «Abbiamo ricordato i 40 anni del nostro Sistema Sanitario Nazionale – ha spiegato Derrico – non come festeggiamento astratto, asettico, ma come giudizio sul presente, trattenendo il buono di una riforma che ha avuto origine proprio nell’autunno del 1978. Si è discusso di tutti gli obiettivi raggiunti, ma anche del pezzo di strada che ancora resta da fare, considerando che da quella legge sono cambiate decine di condizioni: dallo status delle famiglie, alla salute dei cittadini, fino ai miglioramenti apportati dalle nuove tecnologie».
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Gli esperti presenti all’XI Congresso Sihta si sono confrontati anche sui principali nodi che ancora restano da sciogliere per migliore l’intero sistema Hta: «È necessario che aumenti la percezione dell’importanza dell’Hta all’interno delle società scientifiche mediche – ha spiegato il presidente Sihta – Senza i professionisti l’Hta è inconsistente, sterile. La rete organizzativa può essere eccellente, così come pure i professionisti esperti in Hta. Si possono costruire legami europei o con l’industria, ma senza i clinici, i tecnici, il personale sanitario, che a qualunque titolo e livello utilizzano le risorse, scegliendo quali prodotti possano aiutare i loro percorsi diagnostico-terapeutici, tutto il resto dell’impalcatura rischia di essere improduttivo».
Tre giorni di dibattiti e confronti utili a porre le basi anche per l’appuntamento del prossimo anno. «La filiera dell’organizzazione tecnologica in sanità: sarà questo il titolo dell’edizione 2019», ha detto Derrico. Questa volta a fare da palcoscenico sarà la città di Milano: «Abbiamo scelto questa sede – ha spiegato il presidente Sihta – perché è leader nei tre comparti industriali più importanti del settore delle tecnologie in sanità: farmaco, dispositivi medici e information technology. La Lombardia è anche la Regione che assorbe gran parte delle risorse per numero di cittadini, spesa procapite ed anche per la qualità sistemica dell’assistenza. È sempre qui che si registra la maggiore attrattiva extraregionale. E non è una questione di competizione tra Regioni. Vuol dire semplicemente che la Lombardia – ha concluso Derrico – ha scommesso sulla sanità come suo punto di eccellenza».