Accertato il nesso di causalità fra l’attività svolta dal medico e il danno subito dal paziente, ai fini della quantificazione del danno possono rilevare anche le condizioni pregresse del paziente non dipendenti dalla condotta umana, ma che abbiano contribuito ad aggravare ulteriormente il danno cagionato dai sanitari (in tal senso Cass. Civ. Sez. III n. […]
Accertato il nesso di causalità fra l’attività svolta dal medico e il danno subito dal paziente, ai fini della quantificazione del danno possono rilevare anche le condizioni pregresse del paziente non dipendenti dalla condotta umana, ma che abbiano contribuito ad aggravare ulteriormente il danno cagionato dai sanitari (in tal senso Cass. Civ. Sez. III n. 20829/18). Ovviamente in tali casi il giudice dovrà effettuare un prudente e ragionevole apprezzamento di tutte le circostanze del caso concreto, stabilendo una cifra non irrisoria o simbolica a titolo di risarcimento, ma eventualmente riducendola in via equitativa in virtù delle circostanze pregresse.