Lavoro e Professioni 15 Marzo 2016 17:10

Ex specializzandi, Corte d’Appello di Roma condanna lo Stato. Vittoria da 24 milioni: «Altre sentenze in arrivo»

Nuovo esborso milionario per le casse pubbliche. I medici avevano fatto ricorso con Consulcesi. Il presidente del Gruppo, Tortorella: «Serve transazione, ma il tempo stringe». I legali: «Nella sentenza una novità importante sui criteri del riconoscimento del diritto per i camici bianchi»

Ex specializzandi, Corte d’Appello di Roma condanna lo Stato. Vittoria da 24 milioni: «Altre sentenze in arrivo»

Una stangata da oltre 24 milioni di euro. A tanto ammonta il totale che lo Stato dovrà sborsare in favore di 667 medici ex specializzandi che hanno fatto ricorso per non aver ricevuto il corretto trattamento economico durante gli anni di scuola post-laurea. Lo comunica l’ufficio legale di Consulcesi Group, la realtà di tutela della classe medica che con gli anni è diventata il punto di riferimento del mondo sanitario per quanto riguarda la vicenda degli ex specializzandi.


Secondo la nota diffusa da Consulcesi, la Corte d’Appello di Roma ha condannato la Presidenza del Consiglio a pagare 24 milioni in favore dei ricorrenti, riconoscendo ancora una volta «il diritto negato a migliaia di camici bianchi che, nel corso della specializzazione post-laurea, si erano visti negare la borsa di studio, sebbene fosse prevista da precise direttive europee, ignorate dall’Italia nel periodo compreso tra il 1978 ed il 2006».

«In ordine alla prova – si legge inoltre in uno dei passaggi della sentenza – circa l’esclusività e la continuità dei corsi di specializzazione frequentati dagli appellanti si rileva che trattasi di circostanza cui gli istanti “non sono in grado di rispondere a causa dell’inadempienza dello Stato”, e che “del resto rimane il fatto che a causa di tale inadempienza… sono stati costretti a seguire i corsi di specializzazione privi delle regole previste nelle Direttive CEE (Cass.76/30)”».

La sentenza della Corte d’Appello di Roma è soltanto l’ultima in ordine di tempo, ma da Consulcesi fanno sapere che sono «centinaia le cause intentate, in attesa di giudizio o che si sono già concluse con la vittoria dei nostri medici, per i quali siamo già riusciti a far riconoscere oltre 400 milioni di euro». Ed è per questo motivo che «lo Stato – spiega Sara Saurini, Responsabile Contenzioso del Gruppo – deve trovare una soluzione perché quest’ultima sentenza conferma una giurisprudenza favorevole ai medici».

Il rischio di esborso totale da parte dello Stato è molto elevato. Di cifre, negli ultimi anni, ne sono state date tante. Le più ottimistiche parlano di almeno 4 miliardi di euro. Per tentare di porre un argine al continuo stillicidio causato dalle sempre più numerose e rapide sentenze della magistratura, è stata di recente depositata una mozione (firmata da 21 senatori) e presto verrà presentato un Disegno di Legge unificato che unisce e supera i tre Ddl già in discussione sul tema in Parlamento e che prevedono un rimborso forfettario di 13mila euro per ogni anno di specialità, solo per chi avrà presentato ricorso prima della trasformazione in legge.

Sia la mozione che il Ddl in arrivo vedono, tra i principali promotori, il Senatore Piero Aiello (Ncd), che ai nostri microfoni ha di recente ribadito che «il numero di ricorsi continua a crescere. Se si dovesse continuare così, lo Stato rischierebbe il default. È per questo motivo che si impone la necessità di un’azione che concluda definitivamente la vicenda». Azione individuata nella transazione tra Stato e medici, ovvero l’unica strada capace di «alleggerire la “sofferenza” dello Stato nel caso in cui dovesse ritrovarsi a dover pagare tutti i ricorsi che i colleghi medici vinceranno sicuramente così come hanno vinto nel passato».

«Ora il governo si trova davanti ad un bivio – spiega Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi Group –: continuare a pagare i medici che continuano a vincere nei tribunali di tutta Italia oppure trovare un accordo con loro, risparmiando, in questa maniera, svariati miliardi di euro, che continuano ad uscire dalle casse della Banca d’Italia e quindi sono soldi pubblici. I tempi però stringono, bisogna affrettarsi a fare ricorso: è imminente una nuova azione collettiva con numerosi gli OMCeO, Enti, Associazioni, Sindacati e Società Scientifiche che hanno già convenzionato tutti i loro iscritti. A disposizione 1000 tra avvocati e consulenti legali che rispondono al numero verde 800.122.777 e sul sito internet www.consulcesi.it».

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