«Questo premio – sottolinea il Presidente dell’Ordine salernitano – lo diamo con la speranza che chi lo vince ritorni quanto prima nel suo territorio per restituire la parte di sacrifici che la comunità e la loro famiglia hanno sostenuto». Le borse di studio sono sostenute anche da Consulcesi
È Claudio Liguori il giovane ricercatore salernitano vincitore del primo premio per attività di ricerca nel settore delle scienze biomediche, indetto dall’OMCeO di Salerno e presentato nel corso del simposio internazionale “The Fire Within”, che ha avuto luogo nell’ambito della XIX edizione delle Giornate della scuola medica salernitana. La borsa di studio, dal valore di 20mila euro, è finalizzata alla realizzazione di un progetto di ricerca che dovrà presentare i suoi primi risultati in non più di un anno, ovvero entro la XX edizione dell’appuntamento salernitano. Il premio è stato finanziato dall’Ordine dei Medici di Salerno e da Consulcesi.
«Ho presentato all’OMCeO un progetto che riguarda la sindrome delle apnee ostruttive notturne – ha dichiarato il 32enne specialista in neurologia nel Policlinico di Tor Vergata, a Roma, ed esperto in medicina del sonno – in cui analizzo gli effetti di questa patologia su diversi aspetti della vita quotidiana, come le abilità cognitive, l’autostima, il regime alimentare dietetico e l’infiammazione sistemica misurata con analisi del sangue. L’idea è quella di valutare l’effetto della terapia ventilatoria dei pazienti su questi biomarcatori, al fine di andare ad evidenziare come il trattamento di questo disturbo possa preservare o migliorare molti aspetti della loro vita quotidiana. Sono molto emozionato per aver ricevuto questo premio – conclude Liguori – e ringrazio, oltre all’Ordine di Salerno, anche Consulcesi che si è impegnata a premiare noi giovani che meritiamo gratificazioni che, come questa, ci permettono di continuare la nostra ricerca e ci danno la spinta per andare avanti in un percorso di studio difficile come quello degli studi delle scienze biomediche».
«Sono una neurologa ricercatrice presso l’Università Federico II di Napoli – si presenta invece Lucia Ruggiero, finalista del premio insieme al collega Rocky Strollo – e mi occupo, nello specifico, di malattie neuromuscolari. Il mio progetto di ricerca riguarda il trattamento dell’infiammazione con Deflazacort nei pazienti affetti da distrofia facio-scapolo-omerale di tipo 1. L’idea è quella di andare a valutare come il trattamento cortisonico possa ridurre il processo infiammatorio e quindi la degenerazione muscolare, sia su dati di biopsia muscolare che di risonanza magnetica. Ovviamente – continua Ruggiero – il mio settore è un po’ di nicchia, nel senso che le malattie e le distrofie muscolari sono patologie rare, quindi non è sempre facile riuscire a trovare finanziamenti. Per questo ringrazio gli organizzatori e Consulcesi per il supporto alla nostra attività di ricerca».
«Quello di oggi – spiega infine ai nostri microfoni il presidente dell’OMCeO di Salerno, Giovanni d’Angelo – è stato un grandissimo convegno che, a parte il respiro internazionale e i contenuti molto avanzati e di grandissimo valore, è riuscito a mettere in campo delle motivazioni, delle argomentazioni che, al giorno d’oggi, risultano particolarmente importanti. Parlare di infiammazione significa trattare un problema che diventerà con il tempo sempre più centrale, in quanto si tratta di una problematica di base nello sviluppo di tantissime malattie di organi differenti. Si è parlato di cervello, cuore, cancro, diabete, ma si può parlare di infiammazione per tantissime altre patologie. Ad esempio, proprio oggi abbiamo visto come l’infiammazione può essere alla base anche di altre patologie, come quella delle apnee ostruttive del sonno che è stato l’argomento premiato questa sera con la borsa di studio di 20mila euro. E proprio per la borsa di studio – continua d’Angelo – dobbiamo ringraziare Consulcesi perché una delle borse di studio di 3mila euro, date al valore curriculare dei tre candidati ammessi alla fase finale del concorso, è stata finanziata proprio dall’impegno e dalla generosità che questa realtà ha avuto nei riguardi di un Ordine con cui collabora ormai da diversi anni. Chiaramente siamo grati anche per il supporto che Consulcesi ci dà da tempo nel campo giuridico e in altri settori, come quello della formazione dei nostri giovani. Questo contributo lo restituiamo ai nostri giovani colleghi perché oggi il vero problema è proprio quello di sostenere la parte “giovane” della medicina, che altrimenti avrebbe grosse difficoltà sia a livello economico che nell’esprimersi al meglio nel territorio di loro provenienza. Questo premio lo diamo con la speranza che chi lo vince ritorni quanto prima nel suo territorio per restituire, anche solo moralmente, la parte di sacrifici che la comunità e la loro famiglia hanno fatto affinché raggiungessero il traguardo della laurea in Medicina».