Il nuovo progetto della Federazione Italiana di Medici di Medicina Generale per combattere la disinformazione. «L’operatore sanitario deve imparare a parlare anche attraverso i social che sono, volente o nolente, un mezzo di comunicazione diventato fondamentale» così l’ideatore dell’iniziativa Walter Marrocco, responsabile scientifico della Federazione
Il medico oltre a curare i pazienti «può curare anche l’informazione». Ne è sicuro Walter Marrocco, Presidente della Società Italiana di Medicina della Prevenzione e Stili di Vita e responsabile scientifico di FIMMG, ideatore di un’iniziativa promossa dalla Federazione per combattere la disinformazione. «Si tratta di mini-video molto brevi in cui i medici s’improvvisano attori e insegnano ai colleghi come comunicare al meglio per svelare le bufale che circolano sui social e sul web», spiega Marrocco.
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Il medico è attento alla formazione scientifica e negli ultimi anni sta concentrando la sua attenzione anche sulla corretta comunicazione con il paziente. «Eppure – prosegue il professor Marrocco –, ancora non basta. L’operatore sanitario deve imparare a parlare anche attraverso i social che sono, volente o nolente, un mezzo di comunicazione diventato fondamentale».
«A questo punto – prosegue -, l’idea è coinvolgere i medici stimolandoli a riflettere sul fatto che non basta essere attenti e qualificati da un punto di vista scientifico, ma bisogna saper comunicare andando a riempire quegli spazi di solito lasciati vuoti che vengono utilizzati dai falsi comunicatori. Questi spazi in genere sono proprio i social». Per riuscire in questo intento, i brevi tutorial in cui i medici in poche pillole insegnano ai loro colleghi come intervenire sui canali Facebook, Instagram e altri, intendono proprio diffondere la corretta comunicazione confutando la bufala di turno.
«Il fenomeno delle fake news ha un grosso impatto sociale – sottolinea Marrocco -, in ambito sanitario poi ha effetti devastanti. Basta pensare al problema delle vaccinazioni, oppure delle diete, a quante informazioni scorrette vengono diffuse in maniera impropria. Il medico in generale, e soprattutto il medico di famiglia, su questo deve fare una riflessione. Il nostro progetto sostanzialmente si basa su questi principi che stiamo tentando di declinare attraverso questi canali».
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