Cosimo Maria Ferri, Sottosegretario Ministero della Giustizia: «Trovare una soluzione di equilibrio». Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei Conti: «Con un Ddl si risolve il problema definitivamente»
La questione dei rimborsi agli ex specializzandi, con i ricorrenti che continuano a vincere, sta causando un vero e proprio salasso per le casse dello Stato.
Attualmente tre DDL sono in Parlamento per promuovere una transazione definitiva che non solo porrà fine a questo stillicidio ma avrà anche un positivo effetto collaterale: deflazionare il contenzioso tra Stato e medici nelle aule dei tribunali.
Proprio «una soluzione equilibrata» è l’auspicio del Sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri il quale, durante il recente convegno tenutosi a Roma su “L’alleanza medico-paziente”, ha dichiarato ai microfoni di Sanità informazione: «Ci sono tre disegni di legge e so che nell’agenda politica del Governo c’è molta attenzione su questa questione. E’ giusto trovare una soluzione improntata all’equilibrio. Mi auguro che il contenzioso possa essere risolto in modo che si riescano a conciliare gli interessi di entrambe le parti in causa. Bene anche cercare dei nuovi punti normativi sulla questione, ma per il momento è fondamentale giungere ad un accordo su quello che è stato».
Posticipare ulteriormente la transazione si ripercuoterebbe sulla sanità italiana, un settore che, come ha denunciato il presidente della Corte dei Conti Raffaele Squitieri, vive già un momento di profonda crisi a causa dei tagli e delle politiche di austerity imposte dal Governo. Lo stesso Squitieri, intervistato ai nostri microfoni durante il recente convegno “Etica in riabilitazione” a Roma, ha sottolineato l’importanza di definire la controversia una volta per tutte, per via normativa piuttosto che giurisprudenziale. «Se si fa un intervento attraverso leggi il problema si risolve da solo perché la legge è sovrana. Un disegno di legge risolve il problema in via definitiva. La soluzione giurisdizionale è un po’ più difficile. Alla transazione si può addivenire quando, secondo la prassi, si ha la quasi certezza che in vertenza si sarebbe soccombenti. Se una delle due parti sa che ha buone possibilità di perdere la causa, si fa la transazione; ma se ci sono probabilità di vincere, la transazione non si fa. La via giurisdizionale è sempre un po’ a rischio. Normalmente davanti a una vertenza che si può perdere, si chiede il parere neutro di avvocati – per lo Stato c’è l’avvocatura dello Stato – che ci dicono quali sono le chance di vincere e quali di perdere. A quel punto, si può decidere di fare una transazione e se ne stabiliscono anche i limiti».