«Cinque casi che riproducono episodi di violenza ripresi dalla cronaca trasformati a fini educativi. Sulla base di fatti avvenuti si analizza quali potevano essere le soluzioni, vie di fuga o reazioni da mettere in atto» così Roberto Stella, Coordinatore dell’Area Strategica Formazione FNOMCeO
Un medico scaraventato a terra e un infermiere spintonato. È successo qualche giorno fa all’ospedale torinese Le Molinette che rientra così, a pieno titolo, nella lunga lista di strutture sanitarie dove si sono verificati casi di aggressione ai sanitari. Un fenomeno sociale dai contorni sempre più allarmanti ed è per questo che «la FNOMCeO sta mettendo in campo una serie d’iniziative per porre un freno a questo fenomeno». Lo dichiara Roberto Stella, Coordinatore dell’Area Strategica Formazione FNOMCeO in occasione della presentazione della campagna organizzata dalla Federazione ‘Prima di aggredire pensa, i medici difendono la nostra salute’.
«La FNOMCeO negli anni precedenti ha trattato con attenzione temi di violenza contro le donne e contro i minori e gli anziani; quest’anno invece, alla luce dei fatti di cronaca e dell’ingigantirsi del fenomeno che ci sta preoccupando come categoria, abbiamo deciso di concentrarci sulle aggressioni ai sanitari e lanciare una serie d’iniziative importanti per sensibilizzare l’opinione pubblica e aiutare i colleghi a fronteggiare l’emergenza».
LEGGI ANCHE: AGGRESSIONI AI MEDICI, FRITTELLI: 76,6% DELLE STRUTTURE HA PROGRAMMA DI PREVENZIONE SPECIFICO
Tra i progetti FNOMCeO per contrastare la violenza da segnalare un corso rivolto a tutti i medici che non solo insegna ai professionisti tecniche di difesa personale, ma inquadra in generale il fenomeno della violenza cercando di individuarne l’origine, indagarne gli sviluppi e le differenti manifestazioni a seconda degli ambienti in cui si verifica. Utili allo scopo di apprendere tecniche di difesa personale, strategie d’intervento psicologico sull’eventuale aggressore anche i corsi FIMMG e Sanità InFormazione. «Noi riteniamo – spiega Stella -, che informazione, comunicazione e formazione siano dei termini che viaggino insieme e quindi è necessario non semplicemente informare del fenomeno ma anche cercare di educare e sensibilizzare l’opinione pubblica».
«Il corso – prosegue – è caratterizzato da un dossier abbastanza sintetico che tocca tutti i temi dal perché alla violenza a quali sono gli ambiti dove questa si sviluppa e a quali sono gli scenari europei più sensibili. Inoltre abbiamo fatto riferimento a cosa succede nelle altre parti del mondo, a quali sono le iniziative utili a fronteggiare il fenomeno e a come deve comportarsi un medico di fronte a una situazione di possibile violenza».
«Il corso ha inoltre una particolarità – conclude Stella -, racconta cinque casi che riproducono esattamente episodi di violenza ripresi dalla cronaca, quindi realmente accaduti, trasformati a fini educativi. Sulla base di fatti avvenuti concretamente si analizza quali potevano essere le eventuali soluzioni, vie di fuga o reazioni corrette da mettere in atto. Tutto questo ha l’obiettivo di promuovere una cultura della prevenzione attraverso la conoscenza e l’informazione che sono indubbiamente armi efficaci a combattere questo fenomeno».