«Inquinamento ambientale e comparsa di nuovi stili di vita (sedentarietà, elevati livelli igienici, abuso di antibiotici) sembrano essere responsabili di uno squilibrio del sistema immunitario. Ecco perché sono aumentate le patologie allergiche». Così Leonardo Antonicelli, Direttore f.f. della SOD Allergologia dell’Azienda Ospedali Riuniti Ancona
Sono sempre più diffuse e a volte molto gravi, le allergie costituiscono attualmente un fenomeno in crescita, che interessa circa una persona su quattro.L’allergologo rappresenta la figura più preparata a identificare i fattori scatenanti, prevenire l’insorgenza ed infine gestire queste malattie. Ma qual è il valore aggiunto in questa specialità medica? Ne parliamo con il Dottor Leonardo Antonicelli, Direttore f.f. della SOD Allergologia dell’Azienda Ospedali Riuniti Ancona.
Dottore, quanto è importante la figura dell’allergologo nella cura delle patologie di tipo allergico?
«È sicuramente importante per la peculiarità del suo approccio, l’allergologo infatti non è infatti uno specialista d’organo come, ad esempio, l’oculista o il cardiologo, ma uno specialista di relazioni tra organi. Mi spiego meglio. Inquinamento ambientale e comparsa di nuovi stili di vita (vita sedentaria, elevati livelli igienici, abuso di antibiotici) sembrano essere responsabili di uno squilibrio del sistema immunitario noto come infiammazione Th2, che accomuna le patologie allergiche. L’allergologo è lo specialista che è in grado di riconoscere la presenza dell’infiammazione Th2 in differenti patologie infiammatorie acute o croniche: dalla rinite, all’asma, dall’esofagite eosinofila all’orticaria cronica spontanea, all’anafilassi e di gestirla con un approccio completo, comprendente prevenzione, terapia farmacologica e, se possibile, terapia biologica od immunologica specifica».
Quali sono le patologie più trattate dall’allergologo?
«Se ragioniamo in termini di patologie più frequenti sicuramente la rinite allergica, che coinvolge circa il 25% della popolazione italiana adulta e l’asma bronchiale, che oscilla intorno al 5% della popolazione italiana adulta. Se invece ci riferiamo alle patologie gravi, in cui la competenza allergologica ha un peso determinante, sottolineerei l’anafilassi da varie cause (allergia a veleno di imenotteri, allergia alimentare, allergia a farmaci), l’asma grave e l’orticaria cronica spontanea, suscettibili di terapia biologica».
Quando è opportuno rivolgersi a un allergologo?
«Scoraggerei “il fai da te”, eventualmente supportato dal “dott. Google”: sono un ottimo sistema per generare aspettative mal riposte e frustranti liste di attesa. Il medico di famiglia sa bene quali siano le competenze allergologiche e le patologie che si possono avvalere di diagnostica e terapia allergologica. È necessario che il paziente coinvolga il medico di famiglia al fine di formulare su quesito diagnostico pertinente, supportato da adeguata documentazione».