Il Sottosegretario alla Salute annuncia piano per l’eradicazione della malattia ospite delle celebrazioni per i 40 anni del SSN. E si dice solidale con lo sciopero dei medici: «Dobbiamo parlare con regioni per trovare risorse per il rinnovo»
Un piano per l’eradicazione del morbillo che probabilmente si avvarrà anche dell’utilizzo di un vaccino monovalente. Lo ha annunciato il Sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi, che si è detto d’accordo anche con l’idea lanciata dal Presidente dell’Istituto superiore di Sanità Walter Ricciardi di estendere la vaccinazione obbligatoria anche agli operatori sanitari. «Il problema del morbillo – spiega Bartolazzi a Sanità Informazione – non riguarda solo l’Italia ma diverse regioni europee. Il problema del morbillo è che effettivamente c’è una emergenza non in termini numerici di soggetti infetti ma chiaramente è una malattia che va debellata». Il Sottosegretario è intervenuto alle celebrazioni per i 40 anni dell’istituzione del Servizio sanitario nazionale organizzate dalla FNOMCeO all’Hotel Plaza di Roma. «È un buon compleanno quello del Servizio sanitario nazionale che festeggia i 40 anni – ha detto Bartolazzi dal palco – Fino ad oggi è stato bene, ma per il prossimo futuro dovremmo considerare alcune criticità e soprattutto il tema della sostenibilità. Dopo 40 anni il ‘vestito’ va cambiato e dobbiamo pensare a un suo restyling». Poi si è detto solidale con i medici che sciopereranno il 23 novembre: «Bisogna parlare con le regioni e capire e quanto il Governo dovrà impegnarsi per integrare quello che in parte dovrebbe già essere stato messo da parte».
Sottosegretario, il tema della carenza di medici è all’ordine del giorno nella sanità italiana. Cosa si può fare per fermare questa emorragia?
«Se non ci sono i medici non c’è Servizio sanitario nazionale. Ci stiamo già attivando come ministero, bisognerà cercare di interrompere questo flusso a imbuto tra laurea in medicina e scuole di specializzazione. Bisogna allargare la platea, gli specialisti sono pochi, in alcune branche ci sono stati concorsi che sono andati deserti per carenza di specialisti. Sulla formazione in collaborazione con il Miur dovremo chiaramente lavorare molto per implementare il numero di medici che si possono specializzare e essere inseriti nel Sistema sanitario».
LEGGI ANCHE: MORBILLO, SIMIT: «NEL 2018 CENTO CASI TRA OPERATORI SANITARI. ITALIA FANALINO DI CODA IN EUROPA PER LOTTA A MALATTIA»
La prossima settimana i medici scioperano, se non avranno risposte dalla politica sulle risorse per il loro contratto…
«Sono solidale con questo sciopero. Le risorse vanno valutate, va considerata anche la necessità di interfacciarsi con le regioni, con la Conferenza Stato-Regioni per capire quanto è stato accantonato fino ad oggi per poter rinnovare il contratto e quanto il Governo dovrà impegnarsi per integrare quello che in parte dovrebbe già essere stato messo da parte. Considerate che questo governo è in piedi solo da cinque mesi, e chiaramente ci troviamo un po’ sia pregi che difetti di tutti quelli che sono stati i governi precedenti. Bisogna organizzarsi in maniera seria».
Parliamo del morbillo, sembra sia pronto il piano del Ministero. Ieri Demicheli ha dato dei dettagli…
«Il problema del morbillo non riguarda solo l’Italia ma diverse regioni europee. Il problema del morbillo è che effettivamente c’è una emergenza non in termini numerici di soggetti infetti ma chiaramente è una malattia che va debellata. La cosa che è apparsa subito chiara è che non riguarda solo i bambini, che vanno vaccinati, ma riguarda anche la popolazione giovane e adulta. Questo significa che stiamo pagando errori di campagne vaccinali che ci sono state nel passato. Oggi come avete visti, mi sembra in Sicilia, ci sono stati più decessi tra gli adulti che tra i bambini. Questo significa che non si sono vaccinati negli anni precedenti. È chiaro che dobbiamo mettere in atto delle strategie vaccinali che riguardano sia bambini in età prescolare e scolare ma anche gli adulti, in particolar modo gli operatori sanitari, i soldati, chi sta nei servizi pubblici come gli insegnanti. Inutile far vaccinare tutti i bambini se non si vaccinano anche gli insegnanti. L’importanza del Nitag che Vittorio Demicheli presiede è quello di valutare malattia per malattia quali sono le esigenze reali epidemiologiche e quali sono le azioni correttive che si devono mettere in atto. Bisogna acquisire un po’ una cultura della vaccinazione, Ricordo che ci sono paesi, ad esempio il nord Europa, in cui non c’è obbligo ma c’è una ottima copertura vaccinale. Noi non siamo contro l’obbligo, quando serve va fatto, soprattutto per tamponare situazioni che possono essere potenzialmente allarmanti come nel caso del morbillo. Ma non può essere un obbligo solo rivolto a bambini in età prescolare, ci dev’essere un obbligo a vaccinare chi ne ha bisogno, in questo caso i giovani adulti. Abbiamo una idea abbastanza chiara».
Il Presidente dell’ISS Ricciardi sostiene che sia arrivato il momento di introdurre la vaccinazione obbligatoria per gli operatori sanitari. Lei è d’accordo?
«D’accordo ma non per tutte le malattie. Solo per dove serve. Parafrasando l’amico Burioni, che fa sempre paragoni con il mondo automobilistico, è chiaro che quando abbiamo la neve le catene le devi tenere, ma non necessariamente devi tenere le catene montate tutto l’anno. È chiaro che quando è necessario va fatto. L’obbligo è uno strumento che quando deve essere utilizzato quando serve. Il governo è perfettamente coerente e consapevole su questo punto».