Kermesse organizzata al Plaza di Roma in occasione del quarantesimo della legge 833 del 1978. Oliveti (Enpam): «Prossime sfide sono quelle legate al cambiamento demografico e tecnologico»
Quarant’anni di Servizio sanitario nazionale e di sistema universalistico meritano un festeggiamento speciale. Lo ha organizzato la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri all’Hotel Plaza di Roma. Sul palco tutti i principali protagonisti della sanità italiana: dal Sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi al presidente FNOMCeO Filippo Anelli, dal presidente Enpam Alberto Oliveti alla presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli. E poi politici, autorità, rappresentanti delle regioni e delle società scientifiche. Assente giustificata il ministro della Salute Giulia Grillo, che ha partorito da poco, che però ha inviato un messaggio video.
«La professione medica ha sempre garantito in questi quarant’anni il diritto alla salute dei cittadini. L’attuale finanziamento del Ssn appare ancora insufficiente, urge una modifica dei criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale e delle regole che disciplinano la mobilità dei cittadini nel Paese per l’accesso alle cure al fine di consentire alle Regioni più povere di colmare il dislivello, le disuguaglianze, in termini di salute», ha sottolineato il presidente della FNOMCeO Filippo Anelli.
«Per 40 anni i cittadini hanno potuto godere di un diritto previsto dalla nostra carta costituzionale – ha proseguito -. Questo diritto ci ha consentito di realizzare un principio previsto dall’articolo 32 della Costituzione, ossia il diritto alla salute, un diritto che è una prerogativa irrinunciabile del cittadino. Questo lo si ottiene attraverso i professionisti, coloro che oggi attraverso il sapere e le conoscenze mediche, riescono a garantire la tutela della salute».
«C’è bisogno di una forte volontà politica per recuperare quel gap che ci separa con l’Europa: in tutti i Paesi dell’area Ocse esiste un finanziamento maggiore nel’ambito sanitario di quello disponibile in Italia sanità, quindi il nostro Paese deve avere più garanzie, l’aumento dei costi dell’innovazione produce sempre di più richiesta di salute e c’è bisogno di più finanziamenti».
«Accanto a queste priorità – conclude Anelli -, c’è bisogno di cambiare il sistema del regionalismo, sino ad oggi questo assetto non è riuscito a colmare le diseguaglianze presenti nel nostro territorio, nord e sud sono diversi e si vive in maniera diversa. Io credo che sia necessario recuperare quello è scritto nella Costituzione ossia che il diritto di uguaglianza è correlato con la solidarietà fra le Regioni e quelle più forti devono farsi carico di dare sostegno alle zone più deboli».
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L’anniversario preciso della legge che ha istituito il Servizio sanitario pubblico in realtà cade il 23 dicembre: era la fine del 1978 quando l’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini promulgò la legge 833 che istituiva il Servizio sanitario nazionale. Legge che fu pubblicata in Gazzetta ufficiale il 23 dicembre 1978.
Anelli si è poi soffermato sui principali problemi della professione, a partire dalla carenza di medici. «Un altro fronte di preoccupazione è quello legato alla carenza di medici – ha ricordato il presidente della FNOMCeO nella sua relazione -. Se tra dieci anni 33mila medici di famiglia andranno in pensione, e solo 11mila nuovi professionisti arriveranno a sostituirli, ci saranno 22mila medici di famiglia in meno. E, a farne le spese, saranno 14 milioni di persone, che si troveranno senza medico di base oppure con un’assistenza sanitaria insufficiente. Non va meglio per i medici del Servizio sanitario nazionale: nei prossimi dieci anni ne verranno a mancare per pensionamento oltre 47mila. La mancanza di medici che si è venuta a determinare nel nostro SSN deriva dall’aver sottostimato il numero di medici specialisti e di medici di medicina generale necessari. Si è determinato così un numero di medici laureati superiore al numero di borse di specializzazione/medicina generale disponibili e finanziate».
Per il Presidente FNOMCeO prioritario intervenire per scongiurare lo sciopero dei medici previsto il 23 novembre: «Invito il governo a convocare immediatamente i sindacati dei medici dipendenti perché è in previsione la prossima settimana lo sciopero e credo che sarebbe veramente una brutta figura per il sistema Paese».
«Il SSN deve vivere su una corretta programmazione dell’accesso, sui corretti criteri della formazione e qualificazione della professione medica e su una definizione del giusto rapporto verso alcune sfide del cambiamento che sono di tipo demografico e di tipo tecnologico, legato anche all’intelligenza artificiale», ha osservato Alberto Oliveti, presidente dell’Enpam.
Alla convention anche monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita: «L’Italia deve deve comprendere che la conquista dei diritti per una sanità essenziale per tutti è una grande frontiera, che è bella per noi ed esemplare per gli altri».