Il presidente degli anestesisti a Sanità Informazione: «Paghiamo lo scotto di una programmazione sanitaria lasciata allo sbando da decenni, ma è ora di dare risposte concrete a medici e cittadini»
Dichiarazioni di intenti e la garanzia, a parole, di affrontare tutte le criticità che hanno portato i medici a proclamare lo sciopero del 23 novembre. È questo ciò che è emerso dall’incontro tra i rappresentanti politici e quelli dell’intersindacale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. Per questo non può ritenersi soddisfatto Alessandro Vergallo, presidente nazionale di Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani –Emergenza area critica) che, ai nostri microfoni, ha annunciato una mobilitazione specifica solo per la sua categoria, oltre allo sciopero con gli altri sindacati.
Presidente, i sindacati incontrano la politica in questa assemblea pubblica: siete soddisfatti delle risposte che avete ricevuto finora?
«In realtà, per adesso, ci sono state fornite solamente delle dichiarazioni di intenti, per cui non possiamo essere soddisfatti. La verità è che stiamo attendendo un rinnovo contrattuale fermo ormai da nove anni e, più in generale, non abbiamo avuto ancora le risposte giuste. Ci vien fatta la promessa di un impegno ad occuparsene: chiaramente paghiamo lo scotto di un sistema sanitario lasciato allo sbando da decenni, soprattutto per quanto riguarda la programmazione, per cui non possiamo pretendere delle risposte immediate. Però, d’altro canto, la politica deve fornire riscontri non solo a medici e operatori sanitari ma soprattutto ai cittadini».
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Voi avevate previsto uno sciopero unico solo per gli anestetisti, a cui poi, per forza di cose, hanno dovuto aderire tutti gli altri sindacati. Avete intenzione di proclamare un’altra giornata solo per voi?
«Probabile. L’idea di settorializzare la giornata di protesta e lo sciopero per discipline come quella che noi collettivamente rappresentiamo era nata sul concetto, ormai innegabile ma che ha fatto fatica ad affermarsi fino ad adesso, che esistono assolutamente delle differenze carenziali settore per settore. Ci sono stati dei tagli lineari, ma in realtà le sofferenze di organico non investono tutto il mondo ospedaliero nella stessa maniera, ma colpiscono in modo particolare alcuni settori come quello che noi rappresentiamo. Ecco perché l’idea di uno sciopero dedicato esclusivamente a noi. Non essendo stato possibile per tutta una serie di meccanismi legati alla commissione di garanzia, sicuramente prenderemo in considerazione di indire un’altra giornata che sia esclusivamente nostra, penso entro la fine dell’anno».