Può una semplice App per smartphone diventare un pericolo per l’incolumità di chi ci gioca? Gli esperti concordano: «Rischio ludopatia e incidenti gravi». Tutti i rischi alla salute del videogioco del momento
Incidenti letali, agguati, furti di dati sensibili e perfino ritrovamenti di corpi senza vita. Più che un gioco sembra un bollettino di guerra. Perché Pokemon Go, il videogame per smartphone più popolare e discusso del momento, non comporta solo una dose massiccia e innegabile di divertimento, ma anche rischi concreti per la salute. Tra chi guida guardando lo schermo dello smartphone al posto della strada, chi si impervia per rupi e strapiombi per acciuffare Pikachu o Charmander, chi lascia addirittura il lavoro perché ormai non riesce più a fare a meno di cercare mostriciattoli in giro per il mondo, sono tante le persone che nelle ultime settimane hanno deciso di sacrificare la propria salute per completare la collezione di Pokemon.
Il gioco è infatti stato lanciato da pochi giorni e solo in un numero limitato di paesi, ma conta già milioni di utenti singoli e ha fatto balzare verso l’alto le azioni della casa produttrice Nintendo, che supera per capitalizzazione il titolo del colosso Sony e centra un primato assoluto: venerdì 15 luglio le azioni Nintendo sono state le più scambiate in un solo giorno nella storia della Borsa di Tokyo.
Il successo del gioco è legato da una parte alla straordinaria popolarità di un fenomeno di massa come quello dei Pokemon, che non ha mai conosciuto flessioni ma che al contrario sta conoscendo una nuova imponente crescita, dall’altra alle innovative modalità di gioco che sfruttano le opportunità offerte da fotocamera, connessione dati e satelliti GPS.
La rivoluzione forse più evidente introdotta da Pokemon Go riguarda il capovolgimento dell’assioma che vuole il videogiocatore pigro e sedentario. Sino ad oggi i videogiochi hanno consentito a generazione di ragazzi di vivere esperienze fuori dall’ordinario – dalla fuga da apocalissi zombie alla disputa di finali di coppa del mondo – comodamente seduti sul divano di casa. Con Pokemon Go le cose cambiano in maniera radicale, per catturare i mostriciattoli bisogna camminare, a volte per svariati chilometri, con un occhio alla mappa interattiva dello smartphone e l’altra al marciapiede, per evitare di inciampare o pestare i piedi ai passanti. La rampante industria parallela che evolve con il gioco viene addirittura incontro al videogiocatore più pigro con Pokedrone, un piccolo drone che, comunicando tramite Wi-Fi con lo smartphone, consente all’utente di catturare i Pokemon ovunque essi si trovino, in luoghi impervi o all’interno di proprietà private, senza dover muovere un passo.
Il gioco si presta però anche a usi non convenzionali, come accaduto all’ospedale pediatrico Mott nel Michigan , dove viene utilizzato a fini terapeutici per incoraggiare i piccoli degenti del reparto di oncologia ad alzarsi dal letto e muovere alcuni passi. Nel reparto sono presenti addirittura dei Pokespots fisici dove i pazienti possono giocare insieme e scattare delle foto con i propri beniamini.
Se la cattura dei mostriciattoli è virtuale, per quanto resa più verosimile dall’innovativo impiego della realtà aumentata, i rischi associati all’utilizzo compulsivo dell’applicazione sono drammaticamente reali, tanto da spingere gli sviluppatori a invitare i giocatori alla prudenza, con una schermata di avvertimento, prima di ogni sessione di gioco. Ai già citati casi di cronaca, si unisce il rischio di incorrere nella cosiddetta alienazione tecnologica e di sviluppare vere e proprie patologie psicologiche, già associate ad un uso poco sano dello smartphone. Il gioco, infatti, spinge gli utenti a lasciare le comodità di casa per l’aria aperta, ma non prevede interazioni fisiche con altri giocatori e può comportare problemi come la perdita della cognizione del tempo, stati di ansia e aggressività, cali di rendimento nello studio o nel lavoro, difficoltà a socializzare e persino insonnia. In un periodo in cui le persone trascorrono fino a 18 ore su 24 dinanzi agli schermi di smartphone, pc e altri device tecnologici – contro le 2 normalmente raccomandate – e ovunque nel mondo sorgono delle cliniche specializzate nella disintossicazione da sovraesposizione alla tecnologia, l’importanza di un uso responsabile della tecnologia si impone con insistenza. Pokemon Go dunque come alcool e fumo: consumare responsabilmente.
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