Incontro formativo interdisciplinare in occasione della Giornata Nazionale sulla Famiglia. Spoletini (Presidente Centro Nazionale Studi e Ricerche Diritto Famiglia e Minori): «I medici sono l’ “orecchio” di avvocati e magistrati: fondamentale formazione per non farsi trovare impreparati»
Avvocati e magistrati possono seguire una vicenda familiare dal punto di vista legale, ma è il medico a dover “prestare orecchio” ai diretti interessati, minorenni in primis. Per questo la sinergia tra le diverse professionalità è fondamentale. La Giornata Nazionale sulla Famiglia, organizzata dal Centro Nazionale Studi e Ricerche sul diritto della famiglia e dei minori, ha dato l’occasione alle parti in causa per discutere di di unioni civili, evoluzione della famiglia e tutela dei diritti dei minori, alla luce dell’entrata in vigore della legge Cirinnà (n.76/2016). L’incontro diventerà poi un corso di formazione per medici e avvocati, valido ai fini dell’aggiornamento professionale. Ai microfoni di Sanità Informazione, Lello Spoletini, Presidente del Centro Nazionale Studi e Ricerche Diritto Famiglia e Minori e organizzatore del convegno, ha spiegato i motivi per cui una sinergia professionale di questo tipo è di fondamentale importanza per grandi e minori.
«Un appuntamento importantissimo, anche se consideriamo un fattore importante: quando si parla di famiglia, quando si parla di problematiche e di crisi all’interno della famiglia, ci si deve riunire tutti quanti intorno ad un tavolo per poterne discutere con attenzione. Il senso di questa giornata è proprio questo. Alla conferenza nazionale sulla famiglia sono presenti avvocati, psichiatri, psicologi e magistrati, ovvero tutte le professionalità che debbono prestare la massima attenzione nel momento in cui c’è una famiglia che si disgrega, sia essa una famiglia fondata sul matrimonio, sia essa, invece, una famiglia di fatto. Contestualmente ogni volta che c’è una problematica che interessa soprattutto il minore dobbiamo intervenire, e dobbiamo farlo lasciando da parte quelle classiche dinamiche processuali in cui si bada semplicemente a chi vince e a chi perde. All’interno del diritto di famiglia, in una causa di separazione o di divorzio, non c’è nessuno che vince e non c’è nessuno che perde. Dobbiamo invece dare importanza e attenzione al minore presente in quella famiglia che si sta disgregando. Il senso di questa giornata dunque è proprio questo: cercare di intervenire lì insieme a tutte le professionalità coinvolte, ma soprattutto capire le nuove norme che sono state promulgate in quest’anno, nello specifico la legge n.76/2016, in modo da recepirla e intervenire di conseguenza».
L’importanza del tema merita ovviamente un seguito. Grazie alle potenzialità offerte da internet, questa giornata diventerà un corso di formazione per avvocati e medici. Si tratta dunque di un’occasione per sfruttare le nuove tecnologie per affrontare un argomento così importante.
«Si tratta di un aspetto importantissimo, perché la formazione è il punto fondamentale, il punto nodale di professioni difficili come quelle dell’avvocato, dello psicologo o dello psichiatra. Ognuno deve imparare con attenzione tutto quel che serve ad operare al meglio quando davanti a noi c’è un minore. Ma è un lavoro che va fatto in sinergia. Un avvocato non può, per ovvie ragioni, ascoltare il minore come possono fare invece psicologo e psichiatra, che in qualche modo diventano l’orecchio del giudice in alcuni casi e dell’avvocato in tanti altri».
Questa sinergia tra medici e avvocati può ripresentarsi anche in altri ambiti, proprio alla luce delle tante evoluzioni normative a cui stiamo assistendo?
«Senza dubbio. Diciamo che l’interdisciplinarietà in questo momento è importante perché non si può essere un bravo avvocato senza curare tutte quelle che sono le specialità che intervengono in un determinato processo. Nel processo di diritto di famiglia serve sinergia con i medici, in un altro processo ci potrebbe essere interdisciplinarietà con ingegneri, architetti, e così via».