Lavoro e Professioni 26 Novembre 2018 15:59

“Università dei rifugiati”, la sfida per l’integrazione di UNINETTUNO. Il Rettore Maria Amato Garito: «Aiutarli significa aiutare noi stessi»

Tra i servizi offerti il riconoscimento dei titoli e uno sportello telematico per l’accesso al medico. Il primo iscritto un ragazzo siriano che vive in un campo profughi in Libano. Plauso all’iniziativa da Onu e Unesco. Quattro le lingue dei corsi: inglese, francese, arabo e italiano

Istruzione ed educazione per far integrare i migranti. È la ricetta semplice ma di questi tempi non scontata che l’Università telematica UNINETTUNO ha deciso di mettere in campo con il progetto “Università per i rifugiati”, che il primo anno ha visto la partecipazione di 50 studenti tra richiedenti asilo e rifugiati che hanno assistito ai corsi online senza dover pagare alcuna retta: 37 sostenuti dalla stessa università e 13 dalla Fondazione Cariplo. Dalla Repubblica Centrafricana al Pakistan, dall’Uganda all’Honduras, la mappa degli iscritti copre gran parte del globo.

Un progetto che continua a ricevere riconoscimenti per l’alto valore sociale: dopo quello dell’Unesco anche l’Onu ha sottolineato la bontà dell’iniziativa. Si tratta di un portale (www.universitaperrifugiati.it) per consentire a rifugiati e immigrati di accedere all’università da qualsiasi parte del mondo. Questo strumento consente il riconoscimento dei titoli di studio già conseguiti dai rifugiati e dagli immigrati nei loro paesi di origine, e il riconoscimento delle loro competenze professionali per facilitare l’accesso ai corsi di laurea, master e corsi di qualificazione professionale dell’università. Quattro le lingue dei corsi: inglese, francese, arabo e italiano. Tra i servizi offerti anche alcuni riguardanti il mondo della sanità con le risposte alle principali domande che gli stranieri si pongono quando interagiscono con una struttura sanitaria del paese ospitante, pubblica o privata, per facilitargli l’accesso alle cure e al primo soccorso oltre a uno sportello telematico che consentirà loro l’accesso al medico di famiglia, pronto soccorso, visite specialistiche, interventi chirurgici.

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«Sono tantissime le persone costrette a migrare e che vengono catalputate nelle nostre realtà, nelle nostre società senza che però si faccia molto per inserirle e aiutarle – spiega a Sanità Informazione il rettore della UNINETTUNO Maria Amato Garito – Questo progetto nasce proprio dalla convinzione che aiutare queste persone significa aiutare noi stessi. L’obiettivo è offrire gli strumenti perché possano progettare insieme a noi il nostro futuro, dargli gli strumenti culturali, trasferire quelle conoscenze e quelle competenze ma anche quelle metodologie di studio e di approfondimento, di analisi della realtà legata alle nostre culture. Viviamo tutti sotto lo stesso tetto che è il cielo. Molti di loro erano grandi professionisti, persone che studiavano nelle loro università e poi si sono visti costretti, a causa delle guerre, a scappare, non avere più niente in mano per costruire il proprio futuro. La nostra università ha sentito il bisogno di dare a queste persone una opportunità di poter continuare per iniziare o continuare un percorso di studi».

Il primo iscritto dell’Università, avviata a inizio 2017, è stato un ragazzo siriano, Harout, che vive come rifugiato in una tenda di un campo profughi del Libano, originario di Aleppo, ed è studente al corso di laurea in Ingegneria Informatica. Oltre a Harout, il 60% degli iscritti al portale “Università per i Rifugiati” sono siriani rifugiati in Germania: anche loro hanno cercato su Google gli strumenti per riprendere il proprio percorso di studi interrotto, e per realizzare il loro sogno di studiare nonostante il loro status di rifugiati.

«Siamo i primi al mondo ad aver creato questo tipo di iniziativa a distanza – continua Garito – I nostri studenti provengono da tantissimi paesi diversi. Già alla UNINETTUNO gli studenti provengono da 167 paesi del mondo, grazie al nostro modello pedagogico che è fatto tutto su internet dove nella piattaforma si trovano videolezioni digitalizzate, libri, esercizi, interazioni con i tutor».

Una scelta coraggiosa quella della UNINETTUNO proprio in un momento in cui il tema dell’immigrazione è al centro dell’agenda politica e i toni del confronto pubblico sull’argomento sono spesso molto accesi. Ma questo non preoccupa la professoressa Garito. «Non temo nessuna critica – sottolinea il Rettore dell’Università telematica –  Al di là del dibattito, non si può non essere d’accordo se tu a queste persone gli vuoi dare conoscenze e competenze e gli strumenti per far capire meglio. Quando tu offri i tuoi modelli formativi, riempi la loro mente di conoscenze, queste persone riprendono la dignità, riprendono a sognare con noi. Chi vuole ricominciare a studiare è una persona che vuole sviluppare un futuro, lo svuole sviluppare con dignità e allora tutti possono capire il grande valore che può avere la formazione e l’educazione per queste persone disperate che hanno dovuto lasciare tutto nel proprio paese e a cui spesso viene rubata anche la dignità. Farli studiare, fornire loro gli strumenti per cominciare una vita migliore non può avere critiche».

 

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