I confederali bocciano l’idea su cui starebbe lavorando il Governo: «Sarebbe una intollerabile diversificazione che determinerà una ulteriore esplosione delle diseguaglianze in termini di diritto alla salute». Giuliano (Ugl): «Se ne può discutere ma non aumentino differenze tra nord e sud»
«Misure inaccettabili, che introducono una disparità tra regioni e, di conseguenza, una diversificazione nell’esegibilità del diritto alla salute». Così Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl commentano le indiscrezioni di stampa secondo le quali sarebbe in arrivo un tetto di spesa per le assunzioni di personale sanitario diversificato tra regioni e regioni.
«Se dovessero essere confermate queste misure – proseguono – ci troveremmo difronte a una intollerabile diversificazione che determinerà una ulteriore esplosione delle diseguaglianze in termini di diritto alla salute. Per queste ragioni, in attesa del confronto che ci sarà oggi tra governo e sindacati, sulla legge di bilancio, ribadiamo le priorità relative non solo allo sblocco del turn over ma, soprattutto, all’adozione di un piano straordinario di nuova e stabile occupazione».
«Bisogna concretamente riaffermare il valore della Pubblica amministrazione, così come recita la piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil, come cerniera tra cittadini, imprese e servizi e quindi fondamentale strumento per accompagnare le politiche per la crescita e lo sviluppo nel paese. Per queste ragioni sollecitiamo il governo a smentire queste indiscrezioni che, al contrario, se dovessero essere confermate oggi durante l’incontro troveranno la nostra ferma e determinata opposizione», concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.
Da parte dell’Unione generale del lavoro arriva invece una cauta apertura dalla voce del segretario nazionale Ugl Sanità Gianluca Giuliano: «Apprendiamo con interesse e senza preclusioni le indiscrezioni riguardanti le novità nei tetti di spesa del Ssn, rimarcando la centralità e l’importanza dello sblocco del turnover per far ripartire il Sistema sanitario nazionale. Non ci sentiamo di bocciare a prescindere quanto trapelato in questi giorni riguardo ad un abbandono del tetto di spesa nazionale a favore di un tetto che vari da Regione a Regione, a patto che questo non vada ad aumentare le differenze, già evidenti, tra la Sanità del Nord e quella del Sud e che non arrechi disparità di trattamento agli operatori in base alla regione di appartenenza».