Contributi e Opinioni 2 Gennaio 2019 17:02

Spot su risarcimento per errore medico, FIMEUC: «Professionisti non possono essere messi sotto accusa in modo gratuito»

«In alcune emittenti  private televisive del nostro Paese va ancora in onda lo spot di Enrica Bonaccorti, che sponsorizza un sito che fa consulenza legale per ottenere risarcimenti per errori nell’assistenza ospedaliera: è una vergogna che va bloccata», lo dichiara  Fabiola Fini, Presidente della FIMEUC (Federazione Italiana Medicina di Emergenza-Urgenza e delle Catastrofi). «I medici […]

«In alcune emittenti  private televisive del nostro Paese va ancora in onda lo spot di Enrica Bonaccorti, che sponsorizza un sito che fa consulenza legale per ottenere risarcimenti per errori nell’assistenza ospedaliera: è una vergogna che va bloccata», lo dichiara  Fabiola Fini, Presidente della FIMEUC (Federazione Italiana Medicina di Emergenza-Urgenza e delle Catastrofi).

«I medici e gli operatori sanitari che lavorano ogni giorno nell’ambito della medicina di emergenza-urgenza, nella rete territoriale dei mezzi di soccorso, nel 118, nei punti di primo intervento, nei pronto soccorso ospedalieri, in  contesti lavorativi ed organizzativi complessi, dove vanno prese delle scelte a salvaguardia della vita di pazienti in condizioni critiche e con gli stessi operatori sanitari in condizioni di rischio personale: non possono essere messi sotto accusa in modo gratuito e insensato da un messaggio pubblicitario forviante», continua Fabiola Fini.

«Tutti i giorni i medici e gli operatori della medicina dell’emergenza – urgenza sono sottoposti a fenomeni di violenza fisica e verbale messi in atto da familiari di pazienti e se questo non bastasse, si aggiunge uno spot che fomenta una cultura dell’odio in modo indiscriminato tra malati e medici. Per questo chiediamo un intervento urgente dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (Iap) affinchè si valutino le tutte le opportunità per il ritiro dalle trasmissioni dello spot di Enrica Bonaccorti da tutte le emittenti del nostro Paese. Si chiuda definitivamente questa vicenda vergognosa»,  conclude Fini.

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