Il presidente del sindacato commenta l’apertura dei concorsi anche a chi non ha la specializzazione: «Non ci stracciamo le vesti, perché a mancata programmazione del fabbisogno devono corrispondere soluzioni drastiche come questa. Finalmente si dà la possibilità di un posto da dirigente medico strutturato a chi è passato per le forche caudine di contratti atipici»
«Non possiamo applaudire all’iniziativa, ma comprendiamo che a mali estremi si debba ricorrere a estremi rimedi». Con queste parole Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani –Emergenza area critica Aaroi-Emac, commenta ai nostri microfoni l’emendamento al decreto Semplificazione che apre i concorsi del 2019 per la medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza anche ai non specialisti che negli ultimi dieci anni hanno maturato almeno quattro anni di servizio, anche non continuativi, presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del Servizio sanitario nazionale.
«Questa è l’ennesima dimostrazione – prosegue Vergallo – che a una mancata programmazione dei fabbisogni poi debbano corrispondere soluzioni drastiche e non previste dalle regole come questa. Una soluzione alla problematica della carenza di specialisti, ormai annosa, è necessaria. Ecco perché alla fine non ci stracciamo le vesti, però è necessario riportare il problema nelle fila della normalità, e quindi programmare un aumento opportuno e calibrato delle borse di specializzazione».
Vergallo replica poi a chi sostiene che l’emendamento non servirà poi molto a sanare il problema della carenza di specialisti nei Pronto soccorso, considerato che l’emendamento si riferisce a quei medici che hanno già lavorato, e che per lo più continuano a lavorare, nei reparti d’emergenza-urgenza, non introducendo quindi forze nuove: «In realtà – spiega Vergallo – chi viene assunto con contratti atipici che nulla hanno a che fare con il contratto della dirigenza medico ospedaliera, instaura un rapporto di lavoro che non si mantiene nel tempo. Sono medici che spesso vengono chiamati a rotazione. Quindi non verrà introdotta nuova forza lavoro al 100%, ma va a recuperare tutti coloro che nel frattempo sono rimasti a casa. Non ho dati precisi, ma immagino che per almeno il 50% si vada ad introdurre una forza lavoro che c’è stata ma che, in questo momento, non sta lavorando in Pronto soccorso».
Inoltre, «si dà finalmente la possibilità di poter accedere ad un posto da dirigente medico strutturato anche a chi è passato sotto le forche caudine di questi contratti capestro. Parlo delle cooperative, dei libero professionisti, delle partite Iva di comodo, eccetera. Quindi – conclude Vergallo – per quanto fuori dalle regole di accesso al SSN, questo è l’unico modo per limitare questo illecito ricorso a personale con contratti di questo tipo, sperando che venga eliminato del tutto».