Il segretario generale del sindacato ha incontrato la presidente della Commissione Lavoro del Senato Catalfo: «Abbiamo chiesto di superare con urgenza lo stallo attuale e la convocazione in tempi brevi del tavolo Aran-sindacati. Medici e dirigenti amministrativi non possono stare nello stesso calderone di contrattazione». A margine dell’incontro anche il tema dei medici Inps: «C’è forte volontà politica di arrivare ad un accordo collettivo nazionale in convenzione»
Si amplia il coro di proteste contro l’ormai noto comma 687 della Legge di Bilancio. Quel comma, cioè, per il quale «la dirigenza amministrativa, professionale e tecnica del Servizio sanitario nazionale rimane nei ruoli del personale del Servizio sanitario nazionale» e che prevede che «con apposito accordo tra Aran e Confederazioni sindacali si provvede alla modifica del contratto collettivo quadro per la definizione dei comparti e delle aree di contrattazione collettiva nazionale (2016-2018) del 13 luglio 2016». Poche righe che mettono quindi definitivamente a repentaglio il rinnovo del contratto della dirigenza medica e sanitaria, visto che l’intero iter dovrà essere ricominciato dall’inizio.
Pina Onotri, segretario generale dello SMI (Sindacato Medici Italiani) ha deciso di approfondire la questione incontrando la presidente della Commissione Lavoro del Senato, Nunzia Catalfo, e la vicepresidente del Senato Paola Taverna, sottoponendo loro i dubbi e le perplessità della categoria che rappresenta. «Ci è stato detto – ha raccontato poi a Sanità Informazione – che si cercherà di prendere in carico la questione e che i motivi alla base del comma 687 sono tecnici. La delega al governo dei decreti legislativi per poter accedere alle trattative con il personale sanitario del SSN è infatti scaduta nel 2017».
Lo SMI ha anche incontrato il sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi, che ha la delega ai rapporti sindacali: «L’incontro si è svolto in un clima collaborativo e l’esponente del Governo ha affermato che nel merito della questione ‘si sta studiando una norma’ d’aggiungere al Decreto Semplificazioni, in conversione al Senato, con la speranza che le Regioni non facciano ostruzionismo, considerato che sono le ispiratrice del pasticcio nella Legge di Bilancio», ha spiegato la Onotri.
La delega a cui fa riferimento il segretario è prevista dall’articolo 11 comma 1 della legge 124 del 2015, che lo SMI ha chiesto di riattivare superando lo stallo attuale. Il sindacato ha inoltre chiesto che si abroghi con decreto legge il comma 687 e che si convochi in tempi brevi il tavolo di discussione per il rinnovo del contratto della dirigenza.
«La cosa che ci preoccupa – ha spiegato Pina Onotri – è che questo comma va a ridiscutere i termini di un accordo quadro già esistente, che è la premessa per il riavvio delle contrattazioni. Ricordiamo che la dirigenza medica, a differenza dei medici convenzionati o del personale del comparto, non ha neanche usufruito del recupero economico di 10 anni di blocco delle trattative».
«Ma oltre al problema economico – ha proseguito il segretario – a noi interessa particolarmente il problema dell’organizzazione del lavoro. Come ricordato qualche settimana fa dal presidente della FNOMCeO Filippo Anelli, i medici hanno regalato al Servizio sanitario nazionale 500 milioni di euro in straordinari non retribuiti. Il personale è sempre più anziano e non usufruisce dei riposi compensativi; mancano gli specialisti e quindi i servizi chiudono; i giovani specialisti che abbiamo formato in questi anni non riescono ad entrare nel mondo del lavoro. Tutto questo ci preoccupa molto».
Un altro tassello, questo comma, che si aggiunge alle altre rivendicazioni dei medici e dei loro sindacati, per le quali si riuniranno in un sit-in davanti al Ministero della Pubblica Amministrazione giovedì 17 gennaio e sciopereranno il 25: «Lo sciopero servirà a dare un segnale e a chiedere aiuto e attenzione sul tema – ha precisato la Onotri -. Non so quali siano a questo punto le prospettive del rinnovo contrattuale. La politica ha detto che se ne farà carico, ma noi speriamo che la Funzione pubblica inciti l’Aran a convocare presto i tavoli con i sindacati della dirigenza medica e sanitaria».
Ma il comma 687 non va a inficiare solo sul rinnovo del contratto: prevede anche che «il personale medico vada a finire di nuovo in un unico calderone di contrattazione collettiva insieme ai dirigenti amministrativi del Servizio sanitario nazionale. Per carità – ha commentato Pina Onotri – tutti sono importanti allo stesso modo, ma chiaramente noi come medici e personale sanitario rivendichiamo delle peculiarità, anche organizzative, che sono diverse rispetto agli altri».
Infine, a margine dell’incontro con le senatrici Catalfo e Taverna, il segretario dello SMI ha anche affrontato la questione dei medici del lavoro, circa 800 in tutta Italia, che lavorano da liberi professionisti pur dando all’Inps la disponibilità a lavorare più ore durante la giornata, usufruendo degli strumenti che l’ente mette loro a disposizione: «Ci è stato detto che c’è una forte volontà politica di arrivare ad un accordo collettivo nazionale in convenzione, simile a quello di cui usufruiscono i medici di medicina generale. Ma in questo momento i medici Inps sono sottopagati, inoccupati, senza alcun tipo di tutela. Speriamo – ha concluso la Onotri – che attraverso l’accordo collettivo nazionale di lavoro riusciamo a dare una risposta anche a questa categoria».
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