Nutrizione clinica 17 Gennaio 2019 12:06

Nutrizione clinica: il SSN la trascura, il Piemonte se ne prende cura

Il presidente dell’Ordine dei Medici di Novara Federico D’Andrea: «Per garantire parità di trattamento a tutti i cittadini italiani serve una legge di indirizzo nazionale, così come è stato fatto per le cure palliative»

di Isabella Faggiano

Regione che vai, sanità che trovi. E chi ha un problema di malnutrizione, per difetto o per eccesso, sarà meglio che si trovi in Piemonte. È qui, infatti, che grazie ad una legge ad hoc, la Regione ha messo in piedi un servizio territoriale interamente dedicato alla nutrizione clinica.

Federico D’Andrea, presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Novara, ai microfoni di Sanità Informazione, racconta i dettagli di questa eccellenza italiana. «In Piemonte, il paziente viene preso in carico per tutte le problematiche ed esigenze che riguardano la nutrizione clinica – ha sottolineato D’Andrea – . Si va dalla cura dell’obesità in tutte le sue forme, alla nutrizione artificiale di ogni tipo, anche domiciliare per le patologie che ne necessitano».

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Un servizio capillare, dunque, che non si esaurisce tra le mura delle strutture pubbliche: «Gli specialisti in nutrizione clinica – ha aggiunto il presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Novara – seguono il paziente sia in ospedale, che a casa. Il Sistema Sanitario Regionale garantisce anche la fornitura di tutti i prodotti necessari al trattamento, compresa la presenza domiciliare e gratuita del personale medico e infermieristico specializzato. In tutto il Piemonte – ha aggiunto Federico D’Andrea – sono disponibili 14 servizi di dietetica che, grazie ad un’organizzazione  in rete, assicurano  parità di trattamento in ogni luogo della regione».

E perché tutto cambia appena si varca il confine piemontese? Che cosa impedisce alle altre Regioni di copiare questo modello? «Mi piacerebbe saperlo – ha risposto il presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Novara – . Abbiamo per anni cercato di diffondere le nostre eccellenze e nonostante questo modello funzioni non è stato duplicato altrove. Pertanto, quando si parla di nutrizione clinica e SSN la criticità più importante resta sempre la stessa: la disparità di servizi offerti a livello territoriale. Come risolverla? – ha chiesto D’Andrea – Cominciando da una legge nazionale, così come è stato fatto recentemente per le cure palliative, che fornisca a tutte le Regioni un indirizzo comune. Lo strumento esiste – ha concluso il presidente – bisogna solo convincere i politici e gli amministratori dell’importanza della nutrizione clinica per la cura e la tutela della salute pubblica».

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