L’evento è coordinato dalla professoressa Marcella Trombetta e ha il patrocinio della Simedet. La sostanza è progettata ad hoc per catturare, trattenere e conservare il materiale biologico proveniente da prelievi citologici con semplicità e praticità
Una nuova matrice sintetica, CytoMatrix, progettata ad hoc per catturare, trattenere e conservare il materiale biologico proveniente da prelievi citologici con semplicità e praticità. Sarà il tema centrale del workshop “CytoMatrix: la nuova frontiera dell’ago aspirato” che si svolgerà il 4 febbraio alle ore 9 presso l’Aula Magna edificio PRABB dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Il workshop è coordinato da Marcella Trombetta, Coordinatore della Ricerca della Facoltà Dipartimentale di Ingegneria dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, membro della Commissione Grandi Rischi della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute e vede il patrocinio della Simedet, Società Italiana di Medicina Diagnostica e Terapeutica.
La professoressa Trombetta è Coordinatore del progetto di trasferimento tecnologico “Cyto+ – Incremento del TRL della tecnologia CytoMatrix”, dell’Università Campus Bio-Medico di Roma svolto nell’ambito del progetto “INTESE: Innovazione e Trasferimento Tecnologico per Sostenere la fruizione dei risultati della ricerca sul territorio” cofinanziato dalla Regione Lazio (prot. FILAS-RU-2014-1193).
L’evento sarà dedicato alla presentazione delle esperienze di impiego di CytoMatrix nelle attività di indagine citologica da prelievi eseguiti su numerosi distretti e con diversa tipologia di campionamento (ago aspirato, versamenti, urine, etc). A valle del workshop è prevista una sessione tecnica «hands-on» sull’allestimento dei preparati e le best practice di utilizzo di CytoMatrix.
CytoMatrix è una innovativa matrice sintetica progettata ad hoc per catturare, trattenere e conservare il materiale biologico proveniente da prelievi citologici con semplicità e praticità al fine di superare le problematiche riscontrate nei consueti metodi di routine, quali ridurre la perdita di materiale potendo eseguire studi integrativi senza dover ripetere il prelievo.