«Per la formazione – sottolinea il numero uno dell’Associazione italiana podologi – raggiunti importanti traguardi. Approvati tre master professionalizzanti in podologia dello sport, del piede diabetico e in onicopatia»
«Il nuovo assetto ordinistico delle professioni sanitarie deve essere solo un punto di partenza per garantire un’assistenza sempre più qualificata». È cosi che Valerio Ponti, presidente dell’Associazione Italiana Podologi, Aip, commenta le novità introdotte dalla legge Lorenzin, uno dei temi al centro del XXXII Congresso Aip “Dal traguardo degli Ordini la partenza per una nuova crescita culturale”, conclusosi in questi giorni a Roma.
«L’abusivismo in podologia – ha continuato Ponti – è una vera e propria piaga: ha sempre un pò contraddistinto la nostra professione. In Italia c’e chi ancora confonde il podologo con l’estetista o il vecchio pedicure. Chiaramente, grazie all’istituzione dell’Ordine si avrà una maggior tutela del professionista, ma soprattutto del cittadino».
Con la comparsa degli ordini professionali si andrà verso la scomparsa delle associazioni: «La nostra, l’Aip – ha spiegato il presidente – è una delle due associazioni maggiormente rappresentativa dei podologi, ma è stata l’unica ad ottenere il riconoscimento di società tecnico-scientifica in podologia. Di conseguenza, i suoi membri andranno a riempire le commissioni d’albo, che poi avranno l’effettivo compito di guidare l’attività professionale».
Il 2018 è stato un anno di importanti cambiamenti non solo per chi è già entrato nel mondo del lavoro, ma anche per coloro che stanno ancora affrontando il percorso formativo. «Dopo 15 anni di attesa, è stato raggiunto un grosso traguardo – ha commentato Ponti -. Abbiamo ottenuto l’approvazione di tre master professionalizzanti in podologia dello sport, del piede diabetico e in onicopatia (patologie delle unghie, ndr). Si tratta di percorsi post- laurea tutti esclusivi per la professione di podologo, che si affiancano a quelli già esistenti, di tipo multidisciplinare. Una risposta importante – ha aggiunto il presidente Aip – alla richiesta sempre maggiore di un’assistenza podologica qualificata, capace di fronte all’aumento di malattie cronico-degenerative ed alla necessità di prevenzione, a partire dal paziente pediatrico».
Per raggiungere questo duplice obiettivo – di cura e diagnosi precoce – il presidente Aip ritiene doveroso «imparare a dialogare sia con i medici che con tutto il personale delle varie professioni sanitarie, creando cosi una rete di lavoro multidisciplinare. Dal momento che oggi siamo anche associazione tecnico scientifica – ha concluso – ci rimboccheremo le maniche per garantire una crescita culturale e professionale, offrendo al paziente un operatore sanitario sempre più pronto a rispondere alle sue esigenze».