Oltre 10mila i camici bianchi italiani che la praticano. Al Congresso internazionale della Società Italiana di Agopuntura trenta relatori da tutto il mondo. «A fronte di una efficacia sempre più consolidata e confermata non ci sono effetti collaterali, il personale è istruito ed ha un costo per la società più contenuto rispetto a tante altre terapie», sottolinea il presidente SIA Roberto Gatto
L’Italia è il primo paese europeo ed il terzo al mondo dopo Cina e Giappone nella pratica dell’agopuntura. Sono 10mila i medici italiani che la praticano e che lo scorso weekend, 26 e 27 gennaio, si sono dati appuntamento a Milano a Palazzo Castiglioni per un congresso internazionale. Due giorni in cui sul palco si sono succeduti trenta relatori provenienti da tutto il mondo che hanno raccontato le loro esperienze e portato le novità del settore. Infatti, se fino a ieri la pratica dell’agopuntura era rilegata ad un ruolo di analgesico, per trattare e lenire il dolore, oggi l’agopuntura sta conquistando nuovi spazi nella medicina tradizionale. Un successo che Roberto Gatto, Presidente della Società Italiana Agopuntura ha sottolineato a più riprese anche in relazione al ruolo dei medici che oggi praticano l’agopuntura.
A palazzo Castiglioni si sono succeduti i massimi esperti della materia che hanno portato risultati importanti: dal dottor Gary Deng proveniente da New York che ha presentato una relazione sull’impiego dell’agopuntura per ridurre l’abuso di farmaci oppiacei (si tratta di una sperimentazione ospedaliera), alla dottoressa Roberta Monzani che ha parlato dell’impiego dell’agopuntura nell’anestesia chirurgica, fino alla dottoressa dell’Istituto europeo di Oncologia, Agnese Cecconi, che ha parlato della riduzione del dolore post chirurgico.
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Presidente, chi può praticare l’agopuntura?
«Due sentenze della Corte di cassazione nel 1983 sancirono la dimensione medica dell’agopuntura – sottolinea Gatto a Sanità Informazione – Coloro che oggi non hanno una laurea in medicina ed una abilitazione professionale commettono esercizio abusivo di professione medica ed un reato di natura penale. Questa posizione è stata via via riaffermata dagli Ordini dei medici e quindi oggi l’agopuntura in Italia è una pratica medica riservata alla categoria. Da quarantacinque anni è attiva la scuola anche se non tutti i medici che hanno studiato l’agopuntura poi di fatto praticano la tecnica che oggi ha conquistato in ogni caso importanti traguardi».
Presidente, quali sono gli ambiti in cui si applica e trova maggiori riscontri?
«Ancora oggi l’agopuntura ha un ruolo importante nel trattamento del dolore, ma esistono nuovi ambiti. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità sono 53 le indicazioni consolidate dell’agopuntura oltre l’aspetto analgesico. Esiste un utilizzo per il trattamento della rinite allergica, per l’asma, o l’insonnia, ma non solo. C’è un ampio ventaglio di patologie. Il dottor Stephen Birch, olandese, ha presentato le ultime ricerche effettuate sull’impiego dell’agopuntura nella medicina tradizionale da cui sono emerse alcune considerazioni importanti: a fronte di una efficacia sempre più consolidata e confermata non ci sono effetti collaterali, il personale è istruito ed ha un costo per la società più contenuto rispetto a tante altre terapie».