Tra i promotori il consigliere regionale di Forza Italia Andrea Tronzano: «Atti della giunta Chiamparino fanno intuire chiusura». Il cardiochirurgo Abbruzzese: «Il bambino non è un piccolo adulto, ha delle problematiche diverse, è unico, e deve essere curato in maniera olistica, nella sua interezza e non solo nella malattia»
Il primo ospedale pediatrico in Italia, il Regina Margherita di Torino fondato nel 1843, rischia di chiudere i battenti con il nuovo progetto della Città della Salute proposto dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e dall’assessore alla Sanità Antonino Saitta che vorrebbero convertire l’area in appartamenti e negozi. Dopo l’allarme lanciato dai medici Anaao, in regione il mondo scientifico si è mobilitato per dire no alla chiusura del Santa Margherita.
Piero Abbruzzese, primario di cardiochirurgia nell’ospedale pediatrico torinese per vent’anni e oggi presidente del comitato scientifico della fondazione Forma, una delle più grandi entità private attive a sostegno dell’ospedale, ha spiegato che «il bambino non è un piccolo adulto, ha delle problematiche diverse, è unico, e deve essere curato in maniera olistica, nella sua interezza e non solo nella malattia. In 20 anni ho operato più di 5mila bambini al cuore, i buoni risultati sono stati frutto anche del fatto che questo fosse un ospedale pediatrico».
Per salvare il Santa Margherita è stata lanciata una petizione sulla piattaforma Change.org e in poco meno un mese sono state raccolte oltre 120 mila firme. L’iniziativa ha visto tra i fautori il consigliere regionale di Forza Italia Andrea Tronzano che ha trovato sostegno in medici, infermieri e cittadini. «È nostro dovere intervenire e queste 120mila firme chi hanno dato la forza di smuovere il dibattito. Una parte della comunità scientifica è dalla nostra parte, ma gli atti della giunta Chiamparino vanno in un’altra direzione, verso la chiusura del Santa Margherita perché nel 2017 a settembre la giunta ha deliberato che la struttura potesse essere trasformata in residenza, dopodiché è stata fatta una delibera per abbassare i posti letto da 270 a 90 e infine uno studio di fattibilità che prevede che la chirurgia pediatrica e la pediatria siano una sottoarea. Poi c’è l’atto aziendale approvato ieri che prevede di far confluire tutte le chirurgie pediatriche sotto la chirurgia degli adulti. Questo significa che il budget e le decisioni più importanti verranno prese da medici degli adulti e non da pediatri con conseguenze non trascurabili». #GiùlemanidalReginaMargherita è lo slogan scelto dai cittadini che hanno lanciato la campagna: «I bambini e le bambine – si legge nella petizione – devono avere un Ospedale che si occupi di loro e solo di loro. Devono avere dei medici, i pediatri, che continuino a essere tra i protagonisti della sanità e non al traino o succubi delle decisioni di altri che poco sanno e poco sono interessati alla pediatria».