L’avvocato Francesco Del Rio, partner del network legale in prima linea nella difesa dei medici, ha presentato la proposta dell’Arbitrato della Salute, una camera di conciliazione per la risoluzione delle controversie medico-paziente: «La mediazione è la strada maestra che ci ha indicato l’Europa»
«Il medico formato e aggiornato è il medico che sa meglio tutelare sé stesso di fronte a un problema di responsabilità professionale». L’avvocato Francesco Del Rio, del network legale Consulcesi&Partners, spiega ai microfoni di Sanità Informazione l’importanza della formazione continua ECM anche sul versante della responsabilità professionale. Del Rio ha illustrato la proposta di legge per istituire l’Arbitrato della Salute, presentato al Ministero della Salute alla presenza dei vertici della sanità italiana. L’idea è quella di istituire un luogo di confronto, e non di contrapposizione, per la risoluzione delle controversie medico-paziente: nei nostri tribunali sono ben 300mila le cause di questo tipo pendenti. Ma l’altro tema al centro della conferenza è stato quello dell’ aggiornamento ECM, strumento indispensabile per ridurre il rischio sanitario e, di conseguenza, i contenziosi. Secondo i dati Consulcesi, infatti, i medici correttamente formati incorrono nel 40% in meno di cause.
Avvocato, al Ministero della Salute avete proposto una soluzione concreta, un Arbitrato della Salute, che snellisca questo contenzioso che, abbiamo visto, ha numeri enormi…
«Sì, oggi abbiamo presentato questa proposta che diventerà un Disegno di legge. Prevede una sorta di stanza di compensazione, anche se è un termine atecnico, in cui tutte le parti che generalmente vengono coinvolte, direttamente o indirettamente, da un caso di malpractice medica, possano partecipare per poter trovare una soluzione condivisa sia da un punto di vista economico che da un punto di vista di ricostruzione del rapporto tra l’operatore sanitario ‘incriminato’ e il paziente che abbia subito un danno».
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Il dato fa un po’ impressione: 35mila cause all’anno ma il 95% di quelle penali e il 66% di quelle civili finisce con la vittoria del medico…
«Sì, questi sono i numeri di un contenzioso che ahimè riguarda e coinvolge il medico ma anche i pazienti. Si sta in causa in due. Quindi per tutto questo tempo rimarranno legati a un rapporto giudiziario che spesso e volentieri è molto oneroso da un punto di vista economico ma anche da un punto di vista psicologico per entrambe le parti».
Come Consulcesi&Partners avete sostenuto l’idea che cittadini e medici dialoghino perché l’errore è possibile e quindi anche il diritto del cittadino, come ricordava Cittadinanzattiva, di agire in giudizio. Prima di farlo, magari sobillati da campagne stampa, va però fatta una mediazione…
«La mediazione è la strada maestra che ci ha indicato l’Europa e quindi è quella che dovrà essere seguita necessariamente, non si può più tornare indietro. Io sono stato coinvolto nel progetto di Consulcesi&Partners perché ha cercato di trovare le migliori professionalità in ambito di responsabilità sanitaria e assicurativa per poter dare ai medici e a tutti gli operatori sanitari la migliore tutela penale, civile e amministrativa in questi casi. Su quello noi abbiamo ormai acquisito una professionalità piuttosto importante».
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Per concludere, il presidente facente funzione Agenas ha sollevato il problema della formazione. Chiaramente i dati presentati qui dimostrano che il medico formato correttamente e aggiornato incorre meno in errori…
«Il medico formato e aggiornato è il medico che sa meglio tutelare sé stesso di fronte a un problema di responsabilità professionale. Voglio ricordare che la Cassazione dice da 20 anni che il medico su cui bisogna parametrare la diligenza è il medico bravo. Per bravo si intende il medico aggiornato, che segue i convegni, che verifica tutte le ipotesi, che studia, che approfondisce attraverso corsi di perfezionamento della sua materia».