Stop del Mef agli Atti d’indirizzo di Comparto e Dirigenza medica: dubbi sulle coperture. Si teme per il rinnovo del contratto di medici e infermieri
«Gli atti d’indirizzo così come formulati non possono essere valutati positivamente sotto il profilo della compatibilità economica». Pesano come un macigno le prime osservazioni del Mef sugli Atti d’indirizzo di Comparto e Dirigenza medica, anticipate da QuotidianoSanita.it. Mentre s’infiamma il dibattito sulle somme stanziate dal Governo per il rinnovo dei contratti nella Pubblica Amministrazione – definite “insufficienti” dai sindacati – si diffonde il timore che possano essere messe in discussione le fondamenta di un accordo considerato da più parti un primo importante passo verso un equo rinnovo del contratto dell’intera categoria medico-sanitaria.
I dubbi espressi da Via XX Settembre sono numerosi e riguardano innanzitutto i necessari capitoli di spesa, in quanto «entrambi gli atti omettono di quantificare le risorse complessivamente disponibili per gli incrementi contrattuali». Il Mef sottolinea, inoltre, come il Comitato di Settore Regioni-Sanità dovrebbe assicurare appositi accantonamenti nei bilanci regionali per far fronte a tali oneri.
Gli stralci richiesti dal Ministero dell’Economia sono diversi, e riguardano aspetti salienti dell’accordo quali, ad esempio, la possibilità per le Regioni di destinare al personale parte di eventuali risorse aggiuntive ottenute attraverso risparmi sui costi per le risorse umane. A rischio anche la previsione di una specifica area per le professioni socio-sanitarie che consentisse di superare la vecchia divisione in personale sanitario, professionale, tecnico ed amministrativo. Dubbi suscita anche l’istituzione della figura di “professionista specialista” delle professioni sanitarie infermieristica – ostetrica, tecnica, della riabilitazione e della prevenzione.
Da Via XX Settembre giungono anche diverse richieste di integrazione per far fronte alle perplessità derivanti da alcuni fattori come, ad esempio, l’unione in una singola categoria degli incarichi di coordinamento, specialista e di posizione, e ciò a causa delle disparità salariali attualmente esistenti.
Mentre si attendono le repliche del Comitato di Settore alle osservazioni del Ministero dell’Economia, i camici bianchi si interrogano ansiosamente su quanto questa vicenda rischi di compromettere le delicate trattative per il rinnovo del contratto del comparto medico-sanitario.