Circa l’1,8% dei ragazzi tra i 12 e i 21 anni vengono colpiti dalla patologia. L’iniziativa del Fatebenefratelli Sacco per affrontare una tematica che negli ultimi anni ha evidenziato una crescita esponenziale. La psicologa: «I primi campanelli di allarme sono disturbi d’ansia nella prima- media infanzia. In adolescenza lo sviluppo di una ampia gamma di disturbi dell’umore è sintomatico per la successiva comparsa di bipolarismo»
Nasce Smart, il primo ambulatorio per riconoscere e trattare nel tempo i disturbi affettivi degli adolescenti. L’Iniziativa, realizzata dal Fatebenefratelli Sacco di Milano, vuole essere un vero e proprio laboratorio di idee ed un lavoro di squadra tra medici pediatri, psichiatri, neuropsichiatri e medici esperti nel trattamento delle dipendenze, per affrontare una tematica che negli ultimi anni ha evidenziato una crescita esponenziale. Secondo gli studi effettuati, infatti, circa l’1,8% dei ragazzi tra i 12 e i 21 anni vengono colpiti da disturbo bipolare sia nella forma 1 che nella forma 2. Ciò significa che solo sulla città di Milano sono circa 5mila i ragazzi chiamati in causa e in Italia sarebbero complessivamente 100mila. Dati preoccupanti ancor più se si considera che anni di ricerche hanno evidenziato come fattori biologici, familiari e ambientali contribuiscano ad acuire l’insorgenza e la progressione del disturbo. «I primi campanelli di allarme – spiega Francesca Maisano, psicologa e psicoterapeuta del Fatebenefratelli Sacco – insorgono nell’adolescenza. Un aspetto da non sottovalutare è la familiarità della malattia: infatti, più di ogni altra patologia psichiatrica maggiore, questo disturbo si ripresenta nel corso delle generazioni nella stessa famiglia. Anche se non si eredita la malattia, si innesca negli individui una biologica predisposizione ad ammalarsi se si evidenziano una serie di fattori ambientali e psicologici. Ciò determina la necessità di monitorare per lunghi periodi le situazioni per comprendere le modalità con cui il disturbo bipolare possa presentarsi in modo da permettere un processo di studio e di formulazione di adeguati percorsi di cura».
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«Il servizio – precisa Maisano – non toglie nulla agli ambulatori di secondo livello, ma permette attraverso una particolare attenzione di attuare una prevenzione su disturbi bipolari ed affettivi».
Il disturbo bipolare spesso non è riconosciuto o mal diagnosticato (si stima che fino al 69% dei soggetti bipolari abbiano ricevuto diagnosi errate) e dunque il problema spesso non è adeguatamente trattato. Per ridurre al minimo i rischi occorre affidarsi ai dati emersi dalla ricerca scientifica internazionale, secondo cui si tengono conto di alcuni fattori significativi di rischio. La familiarità rappresenta il più importante elemento di studio: parenti di primo grado, gemelli mono/dizigoti, adottati, indicano un grado di ereditarietà fino all’85% maggiore nei gemelli monozigoti ed una prevalenza fino a 10 volte superiore nei figli di pazienti affetti già da disturbo bipolare (è sufficiente un solo genitore affetto), rispetto alla popolazione generale, mentre se sono bipolari entrambi i genitori il rischio è 51,9 volte più elevato.
«I primi campanelli di allarme – riprende la dottoressa Maisano – sono disturbi d’ansia nella prima- media infanzia. In adolescenza lo sviluppo di una ampia gamma di disturbi dell’umore è sintomatico per la successiva comparsa di bipolarismo. L’uso di sostanze tra i giovani, poi, rappresenta un elemento a cui prestare molta attenzione perché viene associato ad una anticipazione dell’età d’esordio del disturbo e ad un peggioramento del quadro clinico. Infatti – aggiunge – l’utilizzo di sostanze provoca una emersione di sintomi altrimenti sotto soglia. Un elemento a cui prestare molta attenzione infine è il disturbo del sonno – analizza Maisano – Quando compaiono sintomatologie come mal di testa dopo il risveglio, eccessiva sonnolenza diurna, stanchezza al risveglio, incubi, occorre alzare il livello di guardia perché spesso sono frequenti tra figli di genitori con disturbo bipolare (rispetto alla popolazione generale si verificano dalle 6 alle 10 volte più frequentemente). Questi fenomeni, associati alla psicopatologia, sono spie importanti da tenere in considerazione».