La Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici, che conta 9mila professionisti, chiede la presenza ai tavoli di lavoro e sottolinea «Prevenzione significa migliore qualità della vita, minore ospedalizzazione e minore angoscia per il cittadino e per il consumatore»
«Chiediamo al governo di aumentare la presenza di chimici e di fisici in tutti gli ambiti, dalle Asl agli SPISAL, dalle Arpa agli organi di controllo ma soprattutto anche nei servizi per il cittadino». La richiesta all’esecutivo arriva dalla Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici Nausicaa Orlandi, anche lei presente il 23 febbraio a Roma alla prima Assemblea nazionale di tutte le professioni sanitarie in cui è stato approvato un manifesto con sei richieste al Governo e alle Regioni: l’attivazione di un tavolo di lavoro permanente dove potersi regolarmente confrontare sulle politiche sanitarie, anche con la partecipazione dei rappresentanti dei cittadini; la sottoscrizione con tutte le professioni sanitarie e sociali e l’attivazione in tutte le Regioni e secondo schemi omogenei condivisi dei recenti protocolli voluti dalle Regioni per instaurare un rapporto diretto con i professionisti e garantire un servizio sanitario universalistico e omogeneo; che i cittadini si facciano parte attiva con iniziative per garantire tutti gli aspetti sottolineati nel manifesto. Per la Orlandi, che rappresenta oltre 9mila professionisti, l’occasione per ribadire la necessità di «riporre al centro il tema della prevenzione e dell’ambiente» e che «la tutela della salute è parte integrante del DNA di chimici e fisici».
Presidente, tutte le professioni sanitarie nell’assemblea del 23 febbraio hanno chiesto l’apertura di un dialogo permanente con il governo. Qual è il ruolo che voi chimici-fisici intendete giocare nella sanità italiana e cosa chiedete al governo?
«I chimici e i fisici giocano da sempre un ruolo importante in sanità soprattutto nell’ambito della prevenzione ma non solo. Sono presenti ad esempio nelle strutture ospedaliere chimici clinici, i fisici medici, nell’ambito della radioterapia, ma soprattutto sono presenti nei luoghi di vita e di lavoro con tutto quello che è la prevenzione. Basti pensare che la salute passa dalla pelle, come ci vestiamo, quello che mangiamo, quello che utilizziamo, l’aria che respiriamo, l’acqua, il suolo. Tutte questi determinanti della salute vengono valutate, gestite, viene fatta attività di prevenzione da parte di chimici e di fisici. Bisogna sapere gestire il rischio e prevenire. Prevenzione significa migliore qualità della vita, minore ospedalizzazione e minore angoscia per il cittadino e per il consumatore. Avere certezza di poter vivere in serenità in un ambiente sano e sicuro. I fisici-chimici sono presenti a tutto tondo a 360 gradi nella salute».
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Cosa chiedete al governo?
«Chiediamo che dia la possibilità di essere presente, di aumentare la presenza di chimici e di fisici in tutti gli ambiti, dalle Asl agli SPISAL (Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro, ndr), dalle Arpa agli organi di controllo ma soprattutto anche nei servizi per il cittadino. Un esempio semplicissimo: facciamo l’analisi dell’acqua per avere la certezza di quello che bevo. Quando compro un alimento devo avere la certezza di quello che mangio. Ma anche quando vado in ambito ospedaliero devo essere sicuro che le attività a cui mi sottoporrò, le cure, le terapie abbiano un numero di chimici e fisici presenti adeguati alla tipologia di struttura. Ci deve essere un rapporto tra paziente e professionista adeguato per garantire un livello di assistenza in tutta Italia.
State attivando un protocollo di intesa con le regioni. In cosa consiste?
«Il protocollo rimarca il ruolo soprattutto della prevenzione ma anche appunto della presenza ospedaliera. Chiediamo anche di essere presenti nei tavoli di lavoro per poter dare la nostra competenza tecnica. Cioè la Federazione è un organo sussidiario dello Stato e vuole poter essere propositiva. Dare il proprio supporto e la propria conoscenza perché solo se si hanno varie conoscenze e un approccio multidisciplinare si possono dare veramente delle soluzioni. Noi crediamo che al centro ci debba essere l’uomo, al centro ci debba essere il cittadino-consumatore e questo debba essere tutelato a tutto tondo».