«Una storia bella ma troppo lunga: il tema dell’integrazione delle professioni sanitarie è un pilastro importante della nostra sanità che necessita sinergie e coordinamento». Così l’ex sottosegretario alla Salute Vito De Filippo per le celebrazioni del 20° anniversario delle professioni sanitarie
Dalla Legge 42/99 alla Legge 3/2018: vent’anni di riforme e cambiamenti per le professioni sanitarie. La cosiddetta “Legge Lorenzin” infatti, ha segnato l’inizio di una nuova era e la fine di una storia «bella ma fin troppo lunga» secondo Vito l’Onorevole Vito De Filippo (Capogruppo Pd in Commissione Affari Sociali alla Camera dei Deputati). Intervistato a margine dell’evento organizzato dall’Ordine Tsrm Pstrp, a cui hanno partecipato personalità appartenenti a tutte le forze politiche (tra cui le due ex ministre della Salute Maria Pia Garavaglia e Beatrice Lorenzin) l’Onorevole De Filippo ha ricordato l’excursus legislativo delle professioni sanitarie tra passato, presente e futuro individuando le criticità da risolvere per rispondere in modo dinamico ed efficiente ai bisogni sanitari della popolazione.
Onorevole, sono passati 20 anni dalla promulgazione della Legge 42/99: le professioni sanitarie hanno fatto un percorso incredibile fino alla costituzione dell’Ordine con la Legge Lorenzin. Cosa manca ancora, secondo lei, per completare questa trasformazione delle professioni sanitarie?
«È stata una storia bella, anche se troppo lunga, perché il tema dell’integrazione delle professioni sanitarie è un pilastro importante del nostro Paese che necessita sinergie e coordinamento. Nei prossimi anni bisogna costruire management ed anche azioni concrete, non solo da un punto di vista contrattuale, ma nell’organizzazione della nostra sanità. Azioni che prevedano in maniera perentoria il tema dell’integrazione tra professioni sanitarie, mediche e di più alto livello di specializzazione. Come ho detto, si è trattato di una storia fin troppo lunga, abbiamo effettuato una svolta decisiva nel 2018 con la Legge che ha previsto gli ordini per queste professioni; ora dobbiamo procedere su questa strada in maniera più efficace e veloce».
Lei ha contribuito alla creazione dell’Ordine: è stato difficile mettere insieme tutte queste professioni?
«Il dibattito in Parlamento nella scorsa legislatura sulla legge Lorenzin è stato sicuramente molto complesso. C’erano difficoltà, dubbi, sospetti, anche pregiudizi nella discussione tra forze politiche e professionali. Alla fine, abbiamo creato anche con il plurialbo, un ordine sostanzialmente equilibrato, abbiamo arato bene il terreno così da consentire, nei prossimi anni, che questa attività si sviluppi in modo corrispondente ai bisogni sanitari del paese».
Nell’ultima finanziaria si è parlato di una sanatoria, poi è stata smentita ma ora si attendono i decreti attuativi. Voi avete vigilato su questo. Pensa che sia un passo indietro rispetto a come era stato pensato l’ordine?
«Assolutamente sì, abbiamo spiegato che alcune questioni che venivano poste potevano essere risolte a legislazione vigente senza intervenire con provvedimenti a sanatoria. È stata scongiurata questa ipotesi, io penso che il ministero, nell’incontro con sindacati e regioni, abbia tutti gli strumenti per risolvere i problemi applicativi della Legge 3/2018».