“Faccende pericolose”, lo studio dell’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro: «La frattura è la lesione più diffusa tra le casalinghe, seguono le ustioni e le ferite da taglio. Si va al pronto soccorso in tre casi su dieci. Il 7% delle vittime viene ricoverato in ospedale»
Si fratturano un braccio o una gamba, solitamente in cucina. In tre casi su dieci finiscono anche all’ospedale. È questo il destino dell’8% delle casalinghe italiane che, trascorrendo la maggior parte del proprio tempo tra le mura domestiche, mettono a rischio la propria salute soprattutto dentro casa.
Incidenti evitabili o tragiche fatalità che il gruppo donne Anmil, l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro, ha deciso di trasformare in un vero e proprio studio. Si chiama “Faccende pericolose” ed offre un’attenta analisi delle caratteriste, dell’evoluzione e delle prospettive di uno dei mestieri più rischiosi al mondo, quello della casalinga appunto.
«Ogni anno in Italia – spiega Franco Bettoni, presidente nazionale Anmil – si verificano oltre 3 milioni di incidenti domestici, che coinvolgono circa 3,5 milioni di persone. Tra le donne, sono 600 mila le casalinghe, soprattutto over 65, vittime, ogni anno, di un infortunio dentro casa. Si tratta di oltre un terzo di tutti gli incidenti al femminile».
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Ma a rischio non ci sono solo le donne: tra le vittime di infortuni domestici anche gli anziani, in particolare ultraottantenni, i disabili e i bambini molto piccoli. C’è addirittura chi perde la vita: in Italia, i morti per incidenti domestici, secondo i più recenti dati Istat, sono oltre 5 mila, la metà dei quali donne over 80. Più in generale, gli ultraottantenni – sia maschi che femmine – costituiscono il 74% del totale delle vittime di incidenti domestici mortali. La causa di decesso più frequente è la caduta.
Ma torniamo alle donne. «Soprattutto – continua Bettoni – si fanno male cascando accidentalmente in cucina, nel 63% dei casi». Il 10% degli incidenti si verifica in camera da letto, il 9% in soggiorno. Gli infortuni sulle scale o nel e bagno accadono in 8 casi su 100.
«La frattura è la lesione più diffusa tra le casalinghe, in particolare – aggiunge il presidente Anmil – del femore o degli arti inferiori e superiori in genere, con 3,6 casi ogni 10». Seguono le ustioni provocate in genere da pentole, fornelli, ferro da stiro, olio, acqua o vapore bollente (18,5%) e le ferite da taglio o punta causate da coltelli o altri oggetti taglienti (15%). L’81,2% degli incidenti provoca conseguenze a gambe, braccia, mani o piedi, l’11,8% degli infortuni interessa, invece, la testa.
In più di tre casi su dieci l’incidente domestico non è per nulla banale, tanto da richiedere l’aiuto dei medici del Pronto soccorso. Nel 7% è addirittura necessario un ricovero ospedaliero.
Infortuni che trasformati in cifre, tra i costi diretti di assistenza sanitaria a carico del Sistema Sanitario Nazionale e quelli indiretti per la perdita di capacità produttiva della società, dovuta a morte o invalidità, ammontano a 625 milioni di euro ogni anno (stime epidemiologiche effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso il SINIACa, il Sistema Informativo Nazionale sugli Infortuni in Ambiente di Civile Abitazione, ndr).
Ed anche per gli infortuni, come per le malattie, la miglior cura è la prevenzione. «Nel 1999 con la legge n. 493, entrata in vigore il primo marzo 2001, è stata istituita l’assicurazione contro gli infortuni domestici, più conosciuta come “assicurazione casalinghe”», spiega Bettoni. Si tratta della prima legge europea in materia, una grande conquista per la donna italiana, alla quale viene riconosciuto il valore economico, oltre che sociale, del suo lavoro domestico.
Oggi, a 20 anni di distanza, grazie alla legge di bilancio 2019, sono stati fatti ulteriori progressi: «È stata adeguata l’età di coloro che hanno diritto a tale assicurazione, oggi disponibile dai 18 ai 67 anni, anche se – sottolinea il presidente Anmil – speravamo potesse essere innalzata a 70 anni. Il primo indennizzo, poi, è ora previsto anche per infortuni meno gravi: per i piccoli incidenti casalinghi vi è la possibilità di chiedere un risarcimento una tantum. La tariffa assicurativa è stata adeguata a 24 euro all’anno. Al costo di due caffè al mese è possibile sentirsi protetti in caso di incidente in casa».
Ma di strada da fare ce n’è: «È necessario un lavoro di sensibilizzazione: gli ultimi dati ci dicono che sono circa un milione le casalinghe assicurate, troppo poche per garantire una giusta protezione – dice Bettoni -. Chiediamo, inoltre, che il diritto all’assicurazione sia esteso a tutti, anche a quelle donne che hanno un lavoro al di fuori delle mura domestiche. Perché queste signore, quando tornano a casa sono mogli, madri, badanti e si dedicano alle stesse faccende delle casalinghe a tempo pieno. A parità di impegno, dunque – conclude il presidente Anmil – deve corrispondere una parità di diritto: essere adeguatamente risarciti».