Il Ddl prevede la possibilità di coltivare fino a 3 piante femmine in casa propria o in forma associata e di detenere fino a 15 grammi di sostanza. «Lo scopo – sottolinea – è quello di consentire a quelle persone di utilizzare il prodotto più sicuro, perché ovviamente è molto più sicura la cannabis che io mi coltivo in casa piuttosto che quella che compro dalla spacciatore che può essere tagliata con sostanze nocive, inquinanti, o che aumentano l’effetto psicotropo»
«Consentire l’autoproduzione o addirittura la vendita tramite lo Stato di cannabis non aumenta il numero dei consumatori, anzi c’è un piccolo calo soprattutto per i più giovani». Il senatore Cinque Stelle Matteo Mantero non arretra di un millimetro rispetto alla sua proposta di liberalizzare la coltivazione in casa della cannabis. Dovrà spiegarlo però al Ministro dell’Interno Matteo Salvini che invece solo pochi giorni fa chiedeva l’eliminazione del concetto di ‘modica quantità’, che finora avrebbe impedito a chi detiene piccole quantità di sostanze stupefacenti di finire in carcere. Mantero va avanti invece con la sua proposta che prevede la possibilità di coltivare fino a 3 piante femmine in casa propria o in forma associata – per un massimo di 30 soci – e di detenere fino a 15 grammi di sostanza presso il proprio domicilio e fino a 5 grammi fuori casa. Un provvedimento che permetterà, a suo dire, non solo «ingenti risparmi economici» e «infierirà un colpo non indifferente alla criminalità organizzata», ma soprattutto migliorerà la salute pubblica: «Permettere alle stesse persone di utilizzare un prodotto che io mi coltivo in casa e quindi controllato piuttosto che un prodotto inquinato da sostanze pericolose sul mercato nero è una tutela della salute: molto più sicuro utilizzare quel prodotto autoprodotto o comprato nei paesi che lo permettono attraverso canali conosciuti piuttosto che rivolgersi allo spacciatore», sottolinea Mantero. L’Italia è uno dei principali paesi consumatori di cannabis: seconda in Europa solo alla Francia nonostante una legislazione non certo favorevole.
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Senatore, ha fatto molto discutere il ddl sulla cannabis. Cosa prevede?
«Io ho depositato alla Camera una disposizione di legge per la depenalizzazione dell’autoproduzione della cannabis. Prevede la possibilità di coltivare nel proprio appartamento, nel proprio domicilio, tre piante di cannabis femmina e di poter detenere un certo quantitativo di infiorescenze di cannabis a uso personale oppure di avere la possibilità di autoprodurre fino a tre piante di marijuana anche in forma associata per le persone che non hanno la possibilità di produrre in casa. Sul modello dei social club spagnoli però con un numero ridotto di persone e con la necessità di comunicare alla questura chi sono gli iscritti per evitare che venga fuorviato l’uso ma sia un’associazione per uso personale e non un canale di vendita. L’idea è quella di andare anche in questo caso verso una maggiore libertà personale, ognuno è libero di scegliere, non è lo Stato che mi deve imporre le mie condotte, sono libero di poter scegliere se utilizzare marijuana o non utilizzarla se ovviamente non arreco danni ad altri. Ma soprattutto visto che abbiamo un numero consolidato di consumatori, di fumatori, che nonostante le politiche repressive non diminuisce (in Italia abbiamo circa 5 milioni di fumatori) lo scopo è quello di consentire a quelle persone di utilizzare il prodotto più sicuro, perché ovviamente è molto più sicura la cannabis che io mi coltivo in casa piuttosto che quella che compro dalla spacciatore che può essere tagliata con sostanze nocive, inquinanti, così via o con sostanze per aumentare l’effetto psicotropo o ancora con sostanze che danno dipendenza perché la marijuana non dà dipendenza mentre altre droghe sì, proprio per accaparrarmi e fidelizzare il consumatore. E soprattutto perché è l’unico modo come dice la Direzione nazionale antimafia per contrastare la criminalità organizzata. Il giro d’affari delle mafie, delle narcomafie è circa 15 miliardi di euro e poco meno della metà riguarda la cannabis. Togliendo quella fetta di mercato dalla mafia si fa un grosso danno alla mafia e si tutela la salute delle persone».
Molti studi sottolineano l’effetto nocivo della cannabis soprattutto sui più giovani…
«Il mio disegno di legge infatti prevede che ci sia il divieto di fumare per i più giovani come c’è per il fumo, per l’alcol e così via. Però quello che voglio specificare è che l’esperienza degli Stati esteri che hanno legalizzato, gli Stati americani come Colorado, Washington, Canada ma anche l’Europa, l’Olanda, l’Uruguay ci dimostra che la liberalizzazione, consentire l’autoproduzione o addirittura consentire la vendita tramite lo Stato non aumenta il numero dei consumatori, anzi c’è un piccolo calo soprattutto per i più giovani probabilmente perché si perde un po’ il fascino del proibito quindi permettere alle stesse persone di utilizzare un prodotto che io mi coltivo in casa e quindi controllato piuttosto che un prodotto inquinato da sostanze pericolose sul mercato nero è una tutela della salute: molto più sicuro utilizzare quel prodotto autoprodotto o comprato nei paesi che lo permettono attraverso canali conosciuti piuttosto che rivolgersi allo spacciatore».