Nel nostro paese soltanto nel 4% dei parti viene raccolto il sangue cordonale mentre nel mondo vengono effettuati migliaia di trapianti di cellule staminali del sangue per combattere numerose malattie. Del tema si è parlato nel convegno “La scelta di essere mamma” presso la Sala Isma del Senato
In Italia solo nel 4% dei parti viene raccolto il sangue del cordone ombelicale del neonato. È uno dei dati che è emerso oggi al convegno presso la Sala ISma del Senato “La scelta di essere mamma” organizzato con la Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia, e la fondazione Pma per la procreazione medicalmente assistita per ragionare su quanto è stato fatto e quanto ancora resta da fare sul fronte della fecondazione assistita e sul fronte dei diritti. Tra i relatori dell’evento i senatori Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, e Maria Domenica Castellone, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione.
Il servizio di raccolta e conservazione delle cellule staminali cordonali, nel nostro Paese, è fornito da 19 strutture-banche di raccolta pubbliche in maniera esclusiva, mentre nel resto d’Europa sono presenti sia banche di raccolta pubblica che privata ed in alcuni paesi Europei quali Inghilterra, Spagna e Germania, sono presenti sistemi ibridi con centri di raccolta privati che offrono la possibilità di inserire quei campioni in un registro nazionale per metterli a disposizione della comunità internazionale. Sull’argomento abbiamo sentito la dottoressa Pierangela Totta, Direttore Scientifico di Futura Stem Cells.
Dottoressa Totta, i dati dicono che solo nel 4% dei parti avviene la conservazione del sangue cordonale. È un tema di grande attualità in questo periodo. A lei vorrei chiedere un approfondimento sulle differenze che ci sono su questo tema tra le varie legislazioni europee, perché sappiamo che in Europa non c’è armonizzazione in questo senso…
«No, non c’è. Infatti troviamo tre tipi di banche in Europa in generale: la banca pubblica, la banca privata e una banca ibrida. Nella banca pubblica principalmente si conserva per donarlo agli altri, nella banca privata si conserva familiarmente e nelle banche ibride in qualche modo c’è un nuovo modello in cui è possibile coniugare i due aspetti. Una vera e propria banca ibrida ancora non c’è. Ci sono delle banche private che in qualche modo mettono a disposizione per la comunità scientifica nazionale e quindi internazionale dei campioni conservati nella propria banca. C’è un nuovo modello che sta partendo in Svizzera proprio nel 2019 in cui una banca privata si è unita alle banche pubbliche per aumentare il numero di campioni nel loro registro nazionale, per far sì così che si possano avere più donatori e quindi più persone che possano ricevere quel campione. Ed è per questo che noi proponiamo in qualche modo una cosa simile ma diversa: farci accogliere dalle banche pubbliche, istituire delle banche ibride in cui le persone possano scegliere anche in Italia, dove ad oggi è possibile la conservazione privata, ma non è possibile avere una banca privata e quindi le coppie italiane devono, per conservare in maniera privata, andare necessariamente all’estero. Coniugare i due aspetti, essere presenti in una banca pubblica con dei campioni privati che se raggiungessero un livello tale da poterli mettere anche in un registro nazionale possano essere utilizzati per la comunità scientifica. Sarebbe una opportunità da cogliere per il nostro Paese».
Ricordiamo quali sono le implicazioni a livello di salute: a cosa serve la conservazione del sangue cordonale?
«Le cellule staminali del sangue, in generale, servono come possibile terapia per numerose malattie, più di 84. Vanno dai tumori del sangue alle malattie del sistema immunitario, ma anche tumori solidi infantili come il neuroblastoma, medulloblastoma o tutte quelle patologie che potenzialmente possono indurre leucemie. Però vengono anche utilizzate per la medicina rigenerativa, studi clinici che sono arrivati a dei risultati molto importanti sulla paralisi cerebrale, sulla sindrome dello spettro autistico. Stanno aprendo alle cellule staminali del sangue tanti, tanti filoni. Aspettiamo perché la ricerca scientifica va avanti. Le cellule del cordone sono particolari rispetto alle altre fonti da cui si possono prelevare perché sono cellule che hanno un potere immunogenico più basso, danno meno rigetto se trapiantate oltre ad altre caratteristiche. Per questo è fondamentale aumentare il numero di campioni nei registri, è fondamentale aumentare il numero dei campioni da conservare».